Milano - Alla fine dell’udienza Fabrizio Corona appare più tranquillo del solito e
spiega: "All’inizio puntavo sui tempi lunghi, ora invece spero in un
processo veloce, che mi giudichino". In sostanza il fotografo dei vip
accusato di estorsione ai danni di personaggi del mondo dello sport e dello
spettacolo incassa il risultato di una tappa processuale in cui i testi citati in
aula dal pm hanno negato minacce legate a richieste di soldi per far sparire
dalla circolazione le loro immagini e impedirne la pubblicazione.
Parterre de roi Sfilata di Vip al tribunale di Milano. Sotto i riflettori, ancora una volta, lui, il fotografo dei vip, Fabrizio Corona. Simona Ventura e Adriano Galliani alcuni dei testimoni nel processo contro il fotografo. Corona è accusato di alcuni episodi di
estorsione e tentata estorsione, con foto-ricatti ai danni di alcuni vip tra cui
Alberto Gilardino e Marco Melandri. La Ventura, Galliani e la Hunzicker erano
già stati sentiti dal pm di Potenza Woodcok che fece partire l’inchiesta. Il pm
di Milano li sentirà sul meccanismo di ricatti architettati dal fotografo.
Ventura: "Corono non mi chiese mai soldi" "All’epoca della mia separazione ero perseguitata dai
fotografi e alcuni erano dell’agenzia Corona's, seguivano persino i miei
bimbi a scuola, ma Fabrizio Corona mai mi chiese dei soldi al fine di far
sparire mie fotografie dalla circolazione". Lo ha detto Simona Ventura,
testimoniando al processo dove Corona è accusato di estorsione ai danni
di personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo.
Simona Ventura rispondendo alle domande del pm ha raccontato che ci fu
un solo episodio di ritiro di sue immagini, ribadendo però che Corona nulla
le chiese. "Non mi occupai io del ritiro, non ne seppi nulla. Per quello che
mi risulta tutti servizi fotografici fatti da Corona sono stati regolarmente
pubblicati" sono le parole della conduttrice.
Ventura in relazione al ritiro di foto di altri vip ha spiegato di aver sentito
solo dei "rumors".
Galliani: "Era nell'interesse del Milan" "Ho ritenuto fosse interesse del Milan ritirare
quelle foto fatte a Coco, ma non ho mai avuto alcun contatto con Corona":
così l’Ad del Milan, Adriano Galliani, sentito oggi come testimone nel
processo in corso a Milano per i presunti foto-ricatti di Fabrizio Corona, ha
spiegato al pm Frank Di Maio come è avvenuto il ritiro dal mercato di foto
riguardanti l’ex calciatore rossonero Francesco Coco. "Il mio amico Chiarini dell’agenzia Fotocolor - ha spiegato Galliani - mi ha
detto che c’erano queste foto in giro, le ho viste e ho pensato che fosse
interesse del Milan acquistarle per non vederle pubblicate". Galliani ha
descritto anche le fotografie, che ritraevano il calciatore su una barca a
largo delle Baleari nell’estate del 2001, con il costume abbassato, insieme
ad altri cinque ragazzi. «Non ho mai avuto contatti con Corona - ha
spiegato - e le foto le abbiamo comprate dall’agenzia di Chiarini con
regolare fattura per 36 milioni di lire, soldi che ho poi trattenuto, sempre
con regolare fattura, dallo stipendio di Coco, consegnando a lui la busta
contenente le foto».
Simonetto: "Erano foto brutte non scandalose" "Non ho mai ricevuto minacce da Corona, il fatto
che mi propose le foto di Barbara Berlusconi la considerai quasi una
cortesia da parte sua": così Matilde Simonetto, curatrice dell’immagine
della famiglia Berlusconi, ha risposto, ascoltata come teste, al pm Frank Di
Maio, nel processo in corso a Milano nei confronti di Fabrizio Corona per i
presunti fotoricatti ai danni di alcuni vip.
Simonetto è stata sentita in relazione all’episodio di Barbara Berlusconi,
figlia del premier, fotografata con alcuni amici circa due anni fa, all’uscita di
una discoteca milanese.
Episodio che non rientra nei fatti contestati a Corona nel processo, ma
che per il pm serve a chiarire il quadro dell’attività del fotografo siciliano. "Corona - ha spiegato Simonetto - mi contattò e mi propose di
acquistarle. Prima il prezzo proposto fu di 30mila euro.
L’amministratore della famiglia, il ragioniere Spinelli, le comprò per
20mila".
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