Duecento milioni di danni, una cifra "spannometrica" ma enorme. Le inchieste sull'urbanistica milanese hanno congelato decine di cantieri in città e (anche) il settore degli artigiani milanesi fa i conti dei mancati guadagni. "Premesso che la priorità è fare al più presto chiarezza su tutte le vicende - ha dichiarato il segretario generale Marco Accornero -, segnalo che uno degli effetti dell'inchiesta sull'edilizia a Milano non solo ha messo in crisi i grandi costruttori e in particolar modo chi sta comprando casa ma ha indirettamente causato un danno da fermo cantiere per centinaia di artigiani della filiera casa: mobilieri, parquettisti, imbianchini, impiantisti. Immaginate un investimento minimo di 60/70 mila euro di rifinitura per ognuno dei circa 3mila appartamenti congelati ed esce una cifra enorme di mancato guadagno per la categoria". Una festa a luci e ombre per gli 80 anni di Unione Artigiani quella che si è celebrata ieri al Museo Diocesano, presenti anche il sindaco Beppe Sala, il governatore Attilio Fontana, il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.
Sono 78mila nella "grande Milano" e poco più di 20.800 in città le imprese attive oggi nel settore, con un titolare su quattro donna. Il capoluogo ha perso quasi duemila ditte in otto anni. E Accornero avverte: "Tra qualche anno sarà più facile trovare un chirurgo che un idraulico. Oltre alla crisi demografica, resta il fatto che le professioni artigiane non tirano tra i giovani, nonostante la domanda, le prospettive di guadagno e la possibilità di lavorare nel territorio. Troppo faticoso e poco di moda". Cambia anche il passaporto in tasca: gli artigiani italiani a Milano sono oramai in minoranza, tanti settori come l'edilizia e le pulizie sono in mano a stranieri e la loro presenza cresce in ogni comparto, legno, produzione sartoria inclusi, a parte i comparti dove gli investimenti iniziali possono essere elevati, come il chimico, il metalmeccanico e l'autoriparazione. L'età media dei titolari italiani è over 55, per gli stranieri arriva ai 40, la spina dorsale del settore nei prossimi anni sarà formata da migranti. Tra gli under 50, gli artigiani stranieri sono già 5.755 contro i 3.344 italiani, due su tre.
"In certi settori, come la panificazione, senza ragazzi egiziani molti prestinai avrebbero chiuso" sottolinea. E "trovare un laboratorio in affitto è diventato impossibile, visti i prezzi. È in corso da tempo un'espulsione irreversibile verso la periferia".