Incinta, muore nell’incidente: parto in ambulanza

Como«Non avevamo scelta: le condizioni della paziente erano instabili e in ambulanza abbiamo deciso si intervenire con il cesareo per far nascere la bambina»: per Francesca Gatti, 30 anni, medico rianimatore del 118 di Como appartenente al Coordinamento Areu della Lombardia, una notte come quella appena trascorsa avrà sempre uno spazio fondamentale nella sua memoria. È lei, infatti, la protagonista di una storia tragica avvenuta alle porte di Como, al termine della quale, si spera, potrà scriversi comunque un lieto fine. Intervenuta con un collega a Gironico per soccorrere i feriti di un drammatico incidente stradale, la dottoressa Gatti si è trovata di fronte a una scena apocalittica: due auto si erano scontrate violentemente e da una di esse, una Golf, spuntava il corpo di una giovane donna, Maria Soraya Annibale, 21 anni, in avanzato stato di gravidanza e purtroppo praticamente in fin di vita.
«Salvate la mia bambina, vi prego»: così, con un filo di voce prima di spirare, Maria Soraya si è rivolta ai soccorritori. L’ultima preghiera, l’ultimo pensiero davanti alla morte che la stava portando via dai suoi affetti e da quella creatura che da nove mesi portava in grembo. La giovane donna è stata intubata e caricata velocemente su un’ambulanza diretta verso l’ospedale Sant’Anna di Como, ma la sua vita si è spenta poco dopo.
Quando si è resa conto della situazione, Francesca Gatti non ha perso tempo e ha deciso di intervenire con il taglio cesareo direttamente in ambulanza. «Solo così - ha raccontato ieri il giovane medico rianimatore davanti ai cronisti - si poteva sperare di salvare la vita alla piccola. Lo abbiamo fatto senza mai separarla dalla madre anche se un intervento del genere è un po' complicato da fare in ambulanza, ma non c’era altra scelta. Non credo che la giovane mamma si sia resa conto che stavo facendo proprio quello che mi aveva chiesto, cioè cercando di salvare la sua bambina». La piccola è stata adagiata sul corpo della mamma ormai morta mentre l’ambulanza giungeva a destinazione.
Per la giovane donna non c’era più niente da fare: troppo gravi i traumi subìti al torace, mentre la bambina è stata immediatamente accolta e sottoposta ad accertamenti medici e alle prime terapie. Marysol Soraya, questo il nome che le è stato dato, è attualmente ricoverata nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale Sant’Anna di Como. Pesa tre chili e le sue condizioni sono purtroppo gravissime: si trova tuttora in coma farmacologico e la prognosi è riservata.
«A causa dell’arresto cardiaco della madre - ha spiegato il dott. Paolo Bini, vicedirettore della divisione neonatale - c’è stata una riduzione di flusso di ossigeno e sangue agli organi principali. La bimba è attualmente sottoposta a trattamento di ipotermia e solo fra qualche giorno si potranno valutare gli eventuali danni neurologici subiti». Difficile dire se ce la farà, ma gli operatori sanitari hanno lasciato trasparire qualche messaggio di cauto ottimismo, almeno riguardo alla possibilità che la piccola Marysol Soraya sopravviva.

La ragazza, originaria di San Cataldo (Caltanisetta) viveva con il suo compagno, Rosario Lunetta anche lui di 21 anni, a Villa Guardia (Como). Il giovane è rimasto illeso e ora è in ospedale accanto alla piccina. Nello scontro sono rimasti lievemente feriti anche i cinque giovani che viaggiavano sull’altra autovettura condotta da un diciottenne.

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