Incontri ravvicinati con il «re» del pop

Domani sera la superstar inglese si esibisce allo stadio Meazza: show spettacolare con giochi di luci e colori. Il tour dell’artista ha venduto quasi 3 milioni di biglietti

Antonio Lodetti

Un tempo era semplicemente uno dei Take That, boy band di straripante successo che, secondo molti, sarebbero tornati al più presto nell’oblìo. Lui era il più talentuoso del gruppo, ed è ripartito a passettini per rifarsi l’immagine. Nella primavera del ’97 cominciò a capire che basta, era ora di finirla con il pop di plastica ed era arrivato il momento del salto di qualità.
Così, pian piano si fa una cultura. Si cimenta con pagine nobili di Brecht-Weill, con classici di Bing Crosby, Nat King Cole, Sammy Davis jr e Frank Sinatra con cui inventa - grazie alla tecnologia - un grazioso duetto. Oggi Robbie Williams è una superstar, quello che ha cambiato volto al pop a colpi di belle canzoni passando nell’Olimpo degli «artisti autentici». Il suo concerto di domani allo Stadio Meazza sarà un intenso rito pagano all’insegna del tutto esaurito. Il tour si chiama Close Encounters (ovvero «incontri ravvicinati», è il caso di dirlo) partito un mese e mezzo fa da Dublino davanti a ottantamila persone in delirio. Nonsolomusica però, perché lo show si annuncia superspettacolare con i giochi di luci, colori e l’enorme «ledwall» montato sul palco. Una tournée tra le più ricche dell’anno, che ha venduto quasi tre milioni di biglietti (si dice che il suo spettacolo di novembre a Hong Kong sarà uno dei più costosi che la storia del rock ricordi). Certo non basta la scenografia, ci vuole la forza di canzoni come Trouble With Me, Supreme, Strong, Me and My Shadow, Feel, Me and My Monkey, Come Undone, Let Me Entertain You, la polemica trippin’ e via repertorieggiando.
Per età e formazione dice: «Preferisco gli show di Elton John e Céline Dion a quelli di Elvis», però ama alla follia Sinatra, Sammy Davis e Dean Martin. Ora lo chiamano il Fregoli del pop, un grande complimento per le sue disincantate rivisitazioni dello swing che nulla hanno a che vedere con il sussiegoso approccio di un Michael Bublé; per la sua inventiva vena di autore di canzoni, per la sua capacità onnivora di spaziare dal dall’intensità del soul alle asperità del rock, dalla raffinatezza della ballata di sapore jazzy a impavide incursioni negli impervi territori del blues e chi più ne ha più ne metta se si calcolano anche brani come Mr Bojangles, classico del cantautore texano Jerry Jeff Walker interpretato da artisti del calibro di Sammy Davis, Bob Dylan, David Bromberg. Ritmo e melodia, temperamento e meditatività. Insomma un entertainer di classe che tiene in pugno milioni di fan. Spernacchiato prima del debutto solista, sponsorizzato da George Michael dimostra di che stoffa è fatto con Life Thru a Lens che, guidato dal singolo Angels, fa il pienone nelle classifiche di mezzo mondo. Da allora Robbie è abituato ai grandi numeri, da Escapology a Live Summer 2003, l’album registrato dal vivo a Knebworth, davanti a 375mila persone, che insieme a Comes Alive di Peter Frampton è il disco più venduto nella storia del mercato britannico. Senza parlare del contratto che dal 2002 lo ha legato alla Emi con 130 milioni di euro per quattro cd. Dopo un passato da ragazzino ye ye e dolorose vicende di droga e alcool, Williams ha trovato l’equilibrio tra vita e arte (tra «palco e realtà» come direbbe Ligabue) ed è pronto per intenerire, elettrizzare, far ballare la platea. Da tempo si è liberato del fardello di un passato da idolo dei teenager; ora da lui tutti si aspettano continue conferme sulla strada del pop che conta.

Intanto il 4 settembre è annunciata l’uscita del suo nuovo singolo Rudebox, apripista per il nuovo album che vedrà tra gli ospiti Pet Shop Boys, William Otbit, Mark Ronson.


Robbie Williams, Stadio Meazza, info 347-1040966, domani ore 21

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