Gian Micalessin
La nuova parola dordine è trattare. Gli americani ci avevano già tentato alla metà del 2005. Ci riprovano ora approfittando del fatto che anche la Casa Bianca riconosce la necessità di un cambio di rotta per uscire dal pantano iracheno. La differenza stavolta è nella qualità degli incontri. Quelli del 2005 erano gestiti dal governo iracheno con la partecipazione esterna di alcuni agenti della Cia. Quelli iniziati ad Amman la scorsa settimana sono incontri riservati tra esponenti dei vari gruppi di insorti e rappresentanti Usa. I colloqui durati almeno due giorni sono stati definiti «sperimentali» da chi ne ha avuto accesso.
Non ancora un vero negoziato, insomma, ma una sorta di preliminare per verificare le possibilità di una trattativa. Secondo le scarse informazioni trapelate dalla capitale giordana, fra gli interlocutori dei diplomatici americani vi sono anche esponenti dellEsercito islamico, la formazione responsabile nellagosto del 2004 dellassassinio del giornalista e pubblicitario milanese Enzo Baldoni.
I rappresentanti di Washington cercano di capire se sia possibile convincere i gruppi sunniti a mettere fine agli attacchi contro le forze governative e Usa e arrestare gli scontri con le milizie sciite che hanno trascinato il Paese alla guerra civile. La principale condizione avanzata dagli esponenti dellEsercito islamico è la liberazione di tutti i prigionieri detenuti dagli americani nelle prigioni irachene. I colloqui arrivano al termine di unoffensiva delle forze Usa e irachene dimostratasi incapace di sradicare gli insorti dalle città e dalle province del triangolo sunnita.
Un sondaggio riservato rivela, inoltre, che la maggior parte dei giovani iracheni sunniti sogna il ritiro americano e non è disposta ad arruolarsi per un governo considerato filosciita. La situazione non è migliore sul fronte sud. Nonostante la riconquista di Amara, il capoluogo caduto qualche giorno fa sotto il controllo dellEsercito del Mahdi, la milizia dellagitatore sciita Moqtada Sadr, il governo di Nouri Al Maliki non riesce a controllare la situazione. Maliki si è ritrovato costretto a un negoziato diretto con Sadr, che è anche capogruppo di una formazione parlamentare con 30 deputati.
La difficile situazione delle truppe americane in Irak emerge anche dal filmato, in onda su Al Jazeera, di almeno tre attacchi dei cecchini della guerriglia sunnita.
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