nostro inviato a Pechino
Se quel giorno ci sarà, Michael Phelps dovrà ricordarsene. Jason Lezak dovrà entrare nei suoi pensieri, magari corredati da un pensierino di tipo economico. Lezak è il compagno di staffetta dellingordo bambolone e ieri ha impedito che Michael vedesse subito svanire il sogno degli otto ori olimpici, con tanto di assegno di un milione di dollari versato dallo sponsor.
Storia diabolicamente spettacolare della finale fra le staffette 4x100, con cinque squadre finite sotto il precedente record del mondo degli americani, stabilito il giorno prima. E con Eamon Sullivan, siluro australiano in prima frazione, capace di sbriciolare il record del mondo dei 100 metri. Alain Bernard, il francese stile Ben Johnson, era là che aspettava di lanciarsi per lultima frazione e sarà sbiancato vedendo il 4724 che ha cancellato il suo 4750 stabilito agli europei di Eindhoven in marzo. Ma ancor più eccitante il finale, con quellultima vasca in cui Lezak si è lanciato allinseguimento proprio di Bernard, che deve aver santificato il suo giorno nero. Bracciata dopo bracciata, crescendo spettacolare e devastante, Lezak ha mangiato metri fin al tocco finale, come in un soffio, prima del francese, che ha mostrato a Magnini il lato debole.
A quel punto la piscina del Cube è esplosa come uno stadio calcistico e, a bordo vasca, un orango con le sembianze autentiche di Phelps è esploso in un urlo liberatorio, scatenato in una danza della gioia in cui i muscoli si gonfiavano come le corde vocali. Phelps si è sentito salvo, gli americani hanno abbassato il primato fino a 30824 (precedente 31223). I francesi sono andati al record europeo (30832), gli australiani a quello dellOceania (30991), gli italiani (Calvi, Galenda, Belotti, Magnini) a quello nazionale (31148). Tutte e quattro, compresi gli svedesi quinti, sotto al precedente mondiale. Da non credere. Se non fosse che le staffette sono corse poco e i rispettivi record più facilmente modificabili.
Ma non può essere tutto: la piscina del Cube ne sta sfornando in quantità industriale e di tutte le specie. Ieri i mondiali sono stati cinque. Qui non basta la bravura umana: aggiungete tecnologia (costumi), scorrevolezza della piscina e soluzioni per evitare onde fastidiose, o chissà che altro. Salvo pensare che la vasca sia in discesa o i cronometri molto frettolosi.
Intanto oggi Filippo Magnini comincerà la sua corsa alloro: finora è rimasto incollato a tempi umani. Per una medaglia dovrà mettere il turbo.
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