Il popolo afgano ha subito diverse invasioni straniere nella sua storia e ha sempre fieramente lottato per difendere la propria autonomia. Anche la presenza di truppe Nato sul territorio, nell'ambito della missione Isaf, è considerata da molti nel Paese un'ingerenza e non è vista di buon occhio. Ora però, alla vigilia del ritiro dei soldati esteri, un sondaggio dice a sorpresa che buona parte degli afgani vorrebbe una presenza più forte degli Stati Uniti rispetto a quanto è previsto dopo la fine della missione internazionale il prossimo 31 dicembre. Non solo: la maggioranza crede che il ballottaggio alle elezioni presidenziali dello scorso anno sia stato "essenzialmente fraudolento".
Sono i risultati di un sondaggio condotto dall'Afghan center for socio-economic and opinion resarch (Acsor) in collaborazione con l'azienda newyorchese Langer resarch associates, su un campione di poco più di 2mila uomini e donne afgani. Il 46 per cento di loro, secondo la rilevazione, auspica una maggiore presenza di truppe americane e della Nato sul proprio territorio una volta che partirà la nuova missione "Resolute Support", mentre il 29 per cento ha risposto di preferire una diminuzione della presenza militare americana nel Paese.
Due terzi degli intervistati riconoscono inoltre un ruolo fondamentale ai militari statunitensi e internazionali, soprattutto nella formazione delle forze di sicurezza locali e nel contribuire alla sicurezza in Afghanistan.
Dallo stesso sondaggio, condotto a novembre scorso, emerge che il 53 per cento degli intervistati pensa che il ballottaggio delle elezioni presidenziali sia stato "fraudolento", ma la stragrande maggioranza approva e ritiene legittimo il governo di unità nazionale del presidente Ashraf Ghani e del premier Abdullah Abdullah.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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