Indonesia, bomba contro i cristiani: 7 morti e 47 feriti

da Giacarta

Sette persone hanno perso la vita e altre 47 sono state gravemente ferite domenica mattina a Palu, in Indonesia, da una bomba rudimentale imbottita di chiodi esplosa in un piccolo mercato cristiano allestito in previsione del Capodanno. Tra i banchi si vendeva porchetta, cibo proibito ai musulmani, i quali costituiscono l'85 per cento dei 220 milioni di abitanti in Indonesia.
La deflagrazione è avvenuta dopo che i servizi di sicurezza avevano avvertito della possibilità di attentati in occasione delle festività natalizie. Molti tra i feriti, quasi tutti venditori e acquirenti del mercatino, hanno perso le gambe nello scoppio. Un'altra bomba è stata scoperta e neutralizzata nelle vicinanze, ha detto un portavoce della polizia.
La regione centrale dell'isola di Sulawesi (Celebes), dove si trova Palu, è stata teatro tra il 1998 e il 2001 di un sanguinoso conflitto religioso tra cristiani e integralisti islamici. Nonostante un accordo di pace, concluso il 12 febbraio 2002, la violenza dei musulmani riesplode, come nell'ottobre scorso quando vennero decapitate vicino a Poso tre adolescenti cristiane.
La polizia ha annunciato ieri che gli agenti «stanno interrogando intensamente» due persone arrestate a Palu, vicino al luogo della strage.

Principale sospettato è il gruppo islamico della Jemaah Islamiyah, legato ad al Qaida e responsabile di diversi attentati compiuti in Indonesia a partire dal 2000, tra cui quelli messi a segno nell'isola di Bali e costati la vita a 222 persone. Negli ultimi anni, l'isola di Sulawesi - per metà cristiana e per metà musulmana - è stata teatro di continue violenze di matrice religiosa.

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