Il premier Romano Prodi promette di risolvere i problemi del traffico a Milano. Ma, intanto, almeno per un giorno contribuisce a farlo impazzire. Impresa quasi impossibile in una Milano di fine luglio vuota di macchine. E tutto solo per far due passi, per raggiungere a piedi Palazzo Marino dove Letizia Moratti lha invitato a cena. Partenza dalla prefettura con una decisione improvvisa che fa rizzare i capelli in testa alle forze dellordine che avevano predisposto tutto per il corteo delle auto. Piano di sicurezza che salta e necessità di improvvisare. Si parte dalla prefettura con la fila di macchine bloccate in corso Monforte. Allangolo Piero Ricca urla nel megafono, insieme a pochi altri, e maledice lindulto. Per lui dal premier nemmeno uno sguardo. Quando Prodi arriva in fondo, i clacson sono ormai bollenti. Come quelli delle auto fermate dal solerte ghisa in circonvallazione. Un serpentone di cui non si vede la fine. Strade bloccate fino a piazza San Babila e poi oltre anche in corso Matteotti. «Prodi, altro che passeggiata - gli urla il garzone di un negozio di alimentari -. Facci guadagnare di più». «Ma è roba da matti - impreca un pedone - tutti fermi perchè lui e i suoi devono camminare in mezzo alla strada». Prodi non stacca un attimo il telefonino dallorecchio. Anche se si diverte a scegliere percorsi alternativi a quelli che gli vengono indicati dai poliziotti. Gentilissimi quelli locali, terribilmente ruvidi quelli della sua scorta personale. Per strada nemmeno uno che si fermi a salutarlo. Non è certo un bagno di folla. Arrivo in Comune e cena.
Spiedini freddi con mozzarella e crostini alla spuma di formaggio e peperone, gazpacho melone e gamberetti, cruditè di vegetali al balsamico, arancini di riso allo zafferano, fiori di zucca farciti in pastella, trofiette saltate in crudaiola, filetto di spigola al vapore, spuma di limone e fragoline di bosco. Da bere Sauvignon e Cabernet.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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