Gian Battista Bozzo
da Roma
Il 2005 si conclude con linflazione ai livelli minimi degli ultimi sei anni. Secondo i dati dellIstat, linflazione media annua si è attestata all1,9% - il valore più basso dal 1999 in poi - contro una stima del 2,2% contenuta nellultima Relazione previsionale e programmatica del governo. A contribuire a questo risultato, il dato di dicembre: il mese scorso linflazione è rimasta invariata rispetto a novembre, e così landamento tendenziale dei prezzi è sceso dal 2,2% al 2 per cento.
L1,9% di media annua è, sempre secondo lIstituto di statistica, il risultato di un incremento dei prezzi dei beni dell1,5% e un aumento dei prezzi dei servizi pari al 2,6%. In dicembre si è verificato un calo (0,1%) alla voce trasporti, ma anche nel settore alberghi e ristoranti, e negli spettacoli. In discesa, ma solo per un effetto statistico legato agli aumenti del dicembre 2004, anche la voce tabacchi.
Il dato di dicembre, leggermente inferiore alle stime degli economisti, fa discutere. Le associazioni dei consumatori, i sindacati e alcuni esponenti del centrosinistra mettono sotto accusa le rilevazioni «parziali» dellIstat. «Dallintroduzione delleuro a oggi, ovvero negli ultimi quattro anni - spiega lAdiconsum - i prezzi sono aumentati ufficialmente del 9% circa, e le retribuzioni del 12%: nonostante ciò tutti concordano sulla perdita di potere dacquisto da parte, soprattutto, delle famiglie monoreddito e dei pensionati».
E il segretario dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio definisce «surreali» i dati dellIstituto di statistica, di cui chiede una riforma radicale. Il grosso problema è però quello dei sindacati. Con uninflazione media sotto il 2%, è difficile per Cgil-Cisl-Uil e le altre sigle chiedere incrementi salariali elevati.
«Il meccanismo di rilevazione dei prezzi deve essere rivisto quanto prima - afferma il segretario confederale della Cisl, Raffaele Bonanni - perché andando avanti così si rischia di compromettere anche il meccanismo dei rinnovi contrattuali». LIstat, osserva lUgl, «fa un regalo alle associazioni datoriali che non rinnovano i contratti di lavoro».
Di avviso opposto il governo. Secondo il ministro del Welfare Roberto Maroni, il dato Istat sullinflazione è «positivo e può costituire una solida base per rafforzare la ripresa economica che, in questi mesi, ha dato segnali di risveglio». Linflazione è «inequivocabilmente scesa», conferma il sottosegretario Maurizio Sacconi, ma i sindacati, e in particolare la Cgil, sono seccati che «due più due faccia quattro». Il viceministro Adolfo Urso apprezza il risultato, ottenuto in un anno di forti rincari dellenergia. E la Confcommercio, a sua volta, afferma che il raffreddamento dellinflazione «è stato favorito dal comportamento attento e responsabile del sistema della distribuzione».
In effetti, la maggior parte degli economisti rileva il comportamento virtuoso degli operatori italiani, in un quadro che avrebbe potuto portare a uninflazione assai più elevata. «LItalia si comporta come le economie più serie - rileva Giacomo Vaciago - : nonostante laumento dei prezzi del petrolio, linflazione si è tenuta a livelli bassi». Unanalisi condivisa anche dal Cer. Non manca chi sottolinea il legame fra bassa inflazione e calo dei consumi (Nomisma). Una teoria che non fa breccia, però, tra gli osservatori più attenti delle dinamiche del mercato: «In Europa siamo entrati in una fase di bassa inflazione - dice Marco Valli di Unicredit banca mobiliare - con i prezzi dei prodotti esposti alla concorrenza estera, come labbigliamento, e al rinnovamento tecnologico, che rimangono sotto controllo».
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