Evocata dal presidente di Ucina nella scorsa edizione del Giornale di Bordo, il ministro Michela Vittoria Brambilla è finalmente tra noi.
Signor ministro, loffensiva contro i megayacht mette in ginocchio il settore del charter. Cè la grande fuga verso la Francia...
«Questo governo, a differenza di altri, ha assunto limpegno di combattere a fondo levasione fiscale con uno strutturato meccanismo di controllo al quale va tutto il mio plauso. Non è ammissibile che i contribuenti onesti paghino anche le tasse di chi le evade per far quadrare i conti dello Stato. E questo è quanto deve fare un Paese di serie A, qual è oggi lItalia, anche sotto il profilo turistico. Sulla fuga poi degli yacht verso altri Paesi credo che la sua stima sia davvero esagerata, perché chi è in regola, non ha nulla da temere. Aggiungo che sarebbe un errore gravissimo criminalizzare i magayacht, perché considerati giocattoli per ricchi. È la stessa forma di miopia culturale, tanto praticata a sinistra, che genera gli anatemi contro il golf. Fare certi ragionamenti vuol dire semplicemente autoaffondarsi, come i pirati di Asterix, e lasciare ad altri il ricchissimo indotto del settore».
Questa fuga significa però pesanti ricadute economiche su unintera filiera che fino a oggi lamenta perdite per circa 1 miliardo.
«Se la fuga è dovuta solo ai controlli, non è giustificata: chi ha le carte in regola non ha nulla da temere. Se invece i diportisti riscontrano altrove condizioni generali, e soprattutto fiscali, più favorevoli - mi pare questo il problema - dobbiamo intervenire per rendere più competitivo il nostro mercato. Ma, ripeto, è ora di dire basta con chi fa giochetti con il fisco».
Però queste navi sono visibili tutto lanno... Perché quindi fare i blitz a Ferragosto e non a dicembre?
«Questa è unosservazione che potrebbe essere pertinente anche se la Guardia di Finanza non guarda il calendario per le sue indagini. Guardi però che cosa è accaduto proprio in questi giorni sulla costa tra Positano e Sapri dove la i finanzieri hanno scoperto molti yacht intestati a persone che, per il Fisco, sono nullatenenti o quasi. E quando, come e dove scovarle se non in quel momento?».
Francia, Spagna, Gran Bretagna, Croazia, Grecia e perfino il Montenegro danno ospitalità ai megayacht in navigazione nel Mediterraneo. Non lo fanno di certo illegalmente...
«Nei Paesi da lei citati il Fisco non scherza. Questo per dirle che se i nostri evasori lasciassero in pianta stabile le loro barche in quesi Paesi, ne vedrebbero delle belle anche dal punto di vista fiscale».
Non sarebbe ora di adeguare le normative italiane a quelle del resto d'Europa?
«Cominciamo col dire che questo governo per la nautica ha fatto non poco. In tempi di crisi, abbiamo dato incentivi per motori e stampi, esauriti in un batter docchio. Poi, per iniziativa del mio ministero, abbiamo semplificato la disciplina dei pontili galleggianti: il nostro ddl, allesame del Senato, prevede che, laddove già esista una concessione demaniale, non siano più necessari ulteriori titoli abilitativi per installare pontili stagionali. Le prossime mosse? Due cose: armonizzare le norme a livello Ue, rendendo più chiare e semplici quelle italiane. E favorire, nel rispetto dellambiente, la costruzione di nuovi porti turistici per aumentare il numero dei posti barca disponibili».
Il charter inglese ha regole rigorose, ma semplici...
«Da noi cè solo un regime fiscale sfavorevole per chi vuole semplicemente godersi limbarcazione in società con qualche amico. Se invece si dichiara di svolgere attività di noleggio, si ottengono parecchi vantaggi fiscali e finanziari: separazione del proprio patrimonio da quello della società titolare, risparmi sullIva, sulle accise per il gasolio, sulle spese per lequipaggio e così via. Ecco perché scattano i controlli, dove si sospetta che lattività di noleggio sia fittizia.
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