È la prima vittima italiana dell’influenza A. Il virus ha colpito Giulio Masserano, un romano di 56 anni che viveva in Argentina. Un uomo che si definiva un «espatriato» per il suo amore per il Paese sudamericano. Una passione che gli è costata la vita. Ad annunciare la morte è stata la figlia Erica: «Mio padre è morto alle 6.30 all’Ospedale italiano di Buenos Aires». La donna ha poi spiegato che il padre «era stato ricoverato in terapia intensiva per polmonite virale più di un mese fa». Ma i tentativi di salvarlo sono stati inutili: «Nel momento del ricovero era una settimana che aveva la febbre e la tosse».
Masserano era nato ed aveva studiato a Roma, nel quartiere Africano. Si era diplomato al liceo classico Torquato Tasso e si era laureato in ingegneria elettronica all’Università La Sapienza. In Argentina aveva aperto l’agenzia di viaggi Erica, dal nome della figlia. Aveva cominciato a visitare il Paese sudamericano per ragioni di lavoro, si occupava di telecomunicazioni: «Anno dopo anno, sono rimasto in Argentina - sono le parole che aveva scritto lui stesso su un sito, ExpatClic.com -. Un Paese dove noi italiani siamo sempre bene accolti e dove in ultima analisi ti senti un po’ come a casa tua, in Italia. Ho pensato di mettermi in proprio ed ho fondato insieme a mia moglie Grazia, anche lei italiana ed “espatriata” come me, un operatore turistico qui in Argentina». Masserano raccontava anche che un paio di volte l’anno rientrava con la moglie in Italia per andare a trovare la figlia Erica, che studia teatro a Roma. «Insomma faccio la spola tra Roma e Buenos Aires - spiegava - con frequenti viaggi a Milano quando sto in Italia. Mi godo mia figlia e lavoro».
Proprio la sua passione per il Sudamerica, però, gli è stata fatale. L’Argentina è infatti fra i Paesi in cui l’influenza A/H1N1 sta provocando il maggior numero di morti: in poco più di un mese il virus ha ucciso almeno 137 persone, secondo l’ultimo aggiornamento fornito oggi dai Centri europei per il controllo delle malattie. Le vittime del virus sono finora più numerose soltanto negli Stati Uniti, dove ad oggi se ne sono registrate 302, e in Messico, con 140. In altri Paesi sudamericani, come il Cile, i casi sono quasi il quadruplo rispetto a quelli registrati in Argentina (ad oggi 11.641), ma le morti sono 79.
In Italia invece la paura per l’influenza si è vissuta al porto di Venezia, a bordo della Ruby Princess: sulla nave da crociera sono stati infatti segnalati 7 malati. Ma l’allarme è poi rientrato: i passeggeri sono rimasti bloccati in porto per 2 ore, il tempo di un veloce screening medico; poi il via libera che ha consentito ai turisti imbarcati di scendere a terra e godersi la città. Sette persone avevano manifestato a bordo sintomi che hanno fatto sospettare la presenza del virus dell’influenza A.
Dopo gli accertamenti, le autorità sanitarie hanno riferito che, tra i sette malati tre erano già guariti; altri due membri del personale della nave finiranno domani la terapia prevista. Mentre per gli altri due passeggeri c’è stata la raccomandazione di restare in isolamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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