Medici, infermieri, forze di polizia e della Protezione civile, dipendenti dei servizi pubblici. Le prime fiale di vaccino contro linfluenza A saranno distribuite già a metà ottobre (in anticipo rispetto alle previsioni) a tutto il personale ritenuto strategico per il mantenimento della continuità assistenziale e lavorativa nel nostro Paese. Come dire, se si ammalano per due settimane medici, infermieri e agenti di pubblica sicurezza, il caos sarebbe assicurato. Ecco perché, nellordinanza firmata ieri dal vice ministro del Welfare, Ferruccio Fazio, queste categorie sono in pole position nella vaccinazione a tappeto, che lo ricordiamo, coinvolgerà almeno 24 milioni di italiani, il 40% dellintera popolazione. La somministrazione sarà graduale. Le prime dosi verranno distribuite alle Regioni entro la metà di ottobre.
«Ma si comincerà a vaccinare le prime categorie a fine ottobre», precisa Antonio Cassone, direttore del Dipartimento malattie infettive dellIstituto superiore di Sanità. Da chi andare a procurasi il vaccino? Dai medici di famiglia, presso i dispensari di vaccinazione di igiene pubblica o nei dipartimenti di igiene pubblica delle Asl.
La cosa certa, a ora, è la gratuità della vaccinazione per il virus pandemico. E forse sarà gratuito anche quello per linfluenza stagionale. Il governo non ha ancora preso una decisione su questo argomento ma è certo che questanno i soggetti a rischio e gli over 65 non dovranno aspettare troppo per immunizzarsi contro linfluenza tipica della stagione invernale. Nellordinanza di Fazio, infatti, si precisa che la prevenzione va iniziata non oltre il primo di ottobre per evitare la possibile circolazione concomitante dei due virus. Dunque, le vaccinazioni per molti i italiani, questanno saranno due. Prima la stagionale, poi la pandemica. Ma per questultima si va per gradi. Dopo le categorie «essenziali», riceveranno la protezione anche i donatori di sangue periodici, il personale delle amministrazioni addetto ai servizi pubblici; le persone a rischio di età compresa tra i sei mesi e i 65 anni, come per esempio, i cardiopatici, gli obesi, i diabetici, gli asmatici. Poi sarà la volta di minorenni e i giovani fino ai 27 anni. Ma i ragazzi fanno parte della seconda tranche della vaccinazione, quella che scatterà a gennaio, stando alle previsioni in pieno picco pandemico. Discorso a parte sono i bambini e le donne in gravidanza. Per i primi il rinvio del vaccino è dettato dalla mancanza di notizie sugli effetti secondari. «Solo a fine mese avremo i risultati completi dalle case farmaceutiche dei dati di sicurezza sui bambini» dice Cassone che poi accenna ai problemi relativi alle donne in gravidanza.
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