Gianandrea Zagato
Stavolta, Filippo Penati, merita lapplauso. Basta con le infradito, dice: anche di venerdì quando il casual in ufficio è di rito. Anche se firmate Hermès, con quellacca inequivocabilmente di classe sotto il tacco che si stampa ad ogni passo quando lasfalto si scioglie. Raccomandazione di Palazzo Isimbardi alle impiegate che abitualmente non si vestono «da primo colloquio» ovvero tailleurino e camicetta bianca ma prediligono se non un look da spiaggia almeno un abbigliamento diciamo free-style.
Dipendenti dunque agli sportelli e in giro per i corridoi del Palazzo anche con piercing allombelico, canottiere attillate e minigonne ma senza le flip-flop da spiaggia in gomma o di sughero ai piedi. Sia chiaro, avvertono dalla Provincia, non è una limitazione indebita della persona nella determinazione del proprio aspetto ma solo un suggerimento di un abbigliamento mai fuori luogo dettato più dalla decenza e dal buon gusto che dalla voglia di censurare la femminilità. Suggerimento va da sé non scritto perché è chiaro anche a Filippo Penati che «un diktat nero su bianco avrebbe reso ridicolo il divieto che tutti già pensano» osservano i sindacati.
E, infatti, non cè stata sinora alcuna dipendente redarguita, «sanno tutte che è inelegante e non in linea col ruolo un abbigliamento beach style».
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