È assessore alle Opere pubbliche, viabilità e trasporti della Provincia di Monza e Brianza dal 2009, Francesco Giordano, classe 63. E conosce il territorio in cui si candida alle Regionali per il Pdl. È stato consigliere provinciale a Milano, consigliere comunale a Muggiò, e prima a Lissone, membro della direzione nazionale dellAnci e segretario regionale della Uil Servizi pubblici.
Se dovesse tracciare un bilancio di questo primo anno da assessore...
«Lobiettivo più importante che abbiamo già raggiunto è stata la chiusura dellaccordo di programma con governo, Regione e Comune di Milano per la realizzazione della metrotranvia Milano-Desio-Seregno. Per questa opera fondamentale la provincia ha deciso di investire 18,5 milioni di euro, che hanno permesso di chiudere laccordo. Siamo entrati nel collegio di vigilanza della Pedemontana. La Brianza sconta unemergenza infrastrutturale gravissima».
Cosa farà per il suo territorio se dovesse sedere in consiglio?
«Prima richiesta lapertura di un tavolo per trovare i fondi per il potenziamento della linea ferroviaria della Monza-Molteno-Lecco, una vera croce per i pendolari. Servono 300 milioni. Così come necessario per il territorio il potenziamento della linee della metropolitana 1 e 5 fino a Monza città».
Veniamo alla lotta allo smog.
«Sono stato tra i primi a promuovere le domeniche a piedi. Se fossi io sindaco bloccherei la circolazione ogni volta che linquinamento supera la soglia di attenzione».
Ma Formigoni non la pensa così...
«Certo, lo stop alla circolazione è un palliativo, ma è sempre meglio di niente. Ora i pendolari monzesi non hanno alternative. La Pedemontana in questo aiuterà molto».
Cambiando argomento, lei cosa ne pensa di Expo?
«Credo che sia necessario recuperare il tempo perso in questi anni. Però bisogna riconoscere che Expo è già partito. Expo è una grande opportunità».
E del tentato scippo romano del Gran premio di Formula Uno?
«Be, lo scippo è stato sventato dalle parole del ministro Brambilla: ha garantito che resterà a Monza. Daltronde sarebbe stato impensabile rompere una tradizione decennale».
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