Lorenzo Amuso
da Londra
È durato poco più di due mesi il matrimonio tra Liz King e Daphne Ligthart, una delle prime coppie lesbiche ad approfittare dell'introduzione in Gran Bretagna del «civil partnership». Giusto il tempo di rientrare dal viaggio di nozze in Olanda per scoprire che l'amore era già terminato. «Credevo che il matrimonio fosse per tutta la vita e avevo preso l'impegno seriamente, evidentemente Liz non la pensava cosi», racconta ora Daphne, 36 anni, sedotta e abbandonata per un'altra donna, che - ironia della sorte - era tra gli invitati del suo matrimonio.
«Quel giorno è stato il più felice della mia vita. Liz aveva insistito perché voleva che ci sposassimo davanti alla legge e potessimo godere di tutti i diritti che spettano alle coppie etero». Dopo le nozze, celebrate l'11 febbraio nell'ufficio del registro di Ashford, nel Kent, il taglio della torta in un pub nei paraggi, quindi la luna di miele ad Amsterdam, con la registrazione in albergo come «la Signora e la Signora Ligthart-King». «Eravamo più felici che mai e, scherzosamente, amavamo chiamarci reciprocamente moglietta».
Eppure è stato sufficiente un mese di vita coniugale perché Daphne, che lavora per l'Eurostar, si accorgesse che qualcosa nel loro rapporto si era inceppato. «Liz è appassionata di atletica e pratica il triathlon. Passava sempre più tempo in palestra allenandosi con un'altra ragazza. Stavano assieme ogni giorno, anche a casa nostra quando io non c'ero». La stessa ragazza che il giorno del loro matrimonio era apparsa così triste e sconsolata: «Liz mi ha spiegato in seguito che quella donna le aveva confessato di voler essere al posto mio». Mentre la loro storia ha ormai imboccato il vicolo cieco della separazione, tra carte legali e separazione dei beni, Daphne non sembra ancora darsene pace: «Liz mi ha detto che non mi amava più da anni.
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