Gli inglesi ci ripensano: in 24 ore il contagio è già meno pericoloso

Prima lanciano l’allarme: "Rinviate le gravidanze". Poi le autorità fanno retromarcia: "No, non c’è rischio"

Gli inglesi ci ripensano: in 24 ore il contagio è già meno pericoloso

Londra - Nel Paese dell’Ue più colpito dalla pandemia di nuova influenza, la Gran Bretagna, è scontro tra specialisti. Da una parte gli «allarmisti» che si spingono persino a consigliare di ritardare le gravidanze. Dall’altra chi cerca di ridimensionare il panico collettivo, arginando quello che rischia di trasformarsi in una psicosi pubblica. In mezzo, oscillante nella sua indecisione, il governo di Brown che in un primo momento pareva aver sposato le tesi più prudenti. Salvo poi ritrattare le sue stesse linee guida in ambito di prevenzione, presentandone ieri di nuove. Indicazioni colpevolmente «contraddittorie», totalmente discordanti rispetto alle originarie.

Come quelle sui presunti rischi in gravidanza, sui quali è stata già fatta retromarcia. Secondo alcune anticipazioni apparse sui quotidiani nell’ultimo fine settimana, il servizio sanitario - seguendo i consigli del National Childbirth Trust - era intenzionato non solo a sconsigliare la frequentazione di luoghi affollati a donne incinta e genitori di bambini, ma addirittura si sarebbe spinto ad invitare le donne a «rimandare la gravidanza, là dove possibile, fino al superamento dell’allarme pandemia».

Ma dopo la reprimenda dei virologi («si tratta di un’estremizzazione inquietante»), e le perplessità dell’Ordine dei medici, il governo ha attuato una brusca retromarcia: pur confermando i rischi che corrono i bambini sotto i cinque anni e le donne incinta, ha deciso di stralciare interamente l’invito al ritardo della gravidanza. Un compromesso che non è però bastato per zittire il dissenso.
Il ministro ombra, Andrew Lansley, è tornato a farsi sentire per denunciare «i danni incalcolabili prodotti dal governo che ha reso il servizio sanitario incapace di fornire risposte pratiche».

A poco è servito l’appello di Andy Burnham, titolare della Sanità, che ha invitato le forze politiche alla calma e chiesto ai genitori di evitare il panico. In una nazione che ha già dovuto contare 29 morti, la tensione resta dunque altissima. Anche per questo l’esecutivo di Brown ha deciso di incrementare gli aiuti al National Health Service, accelerando nel contempo il varo del nuovo servizio di diagnosi. Un sistema, attivo da oggi nella sola Inghilterra (ma prossimamente in tutta la Gran Bretagna), capace di garantire consulti medici più veloci ed efficaci attraverso siti internet e call center specializzati. Basterà dunque una telefonata (gratuita), o visitare una pagina web, per ottenere diagnosi ed assistenza personalizzata, direttamente a casa, senza la necessità di passare dal proprio medico di base.

L’iniziativa del governo giunge in un momento di alto livello di allerta per la constatata velocità con cui si è diffuso il virus in Gran Bretagna, dove sono stati registrati 55mila nuovi contagi e più di 650 persone ricoverate in ospedale. Un’epidemia di fronte alla quale - accusano all’unanimità conservatori e liberaldemocratici - il governo non ha saputo reagire tempestivamente.

Nel frattempo, in attesa del vaccino anti H1N1 (previsto per la fine di agosto), restano da stabilire tempi e modalità della vaccinazione dal momento che non è stata fatta ancora chiarezza sugli aspetti legati all’approvazione legale dello stesso farmaco.

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