Paolo Moisé, dottore in scienze motorie, il pilates è stato messo sotto accusa da scienziati americani. Dicono che sollecita troppo gli addominali a scapito della colonna vertebrale.
«Esagerare a tirar dentro gli addominali può genera un annullamento della fisiologica lordosi lombare. E in effetti può provocare un aumento del carico sulla colonna vertebrale».
Allora il pilates non fa bene?
«Io non sono un integralista. Può far bene se è fatto bene. Però, un corso in palestra viene seguito da 15 persone con accenni di patologie diverse, è normale che farà bene a dodici e farà male agli altri tre».
Allora non è la panacea del movimento.
«No, dipende però da come vengono fatti gli esercizi. Ci sono molti movimenti che mettono in gioco diversi aspetti muscolari utili».
Però in gruppo può provocare effetti collaterali?
«Il pilates va effettuato seguendo un attento protocollo di esercizi. Va tarato sulle caratteristiche di ogni persona e così può avere un effetto positivo. Lideale è seguirlo a piccoli gruppi omogenei o addirittura individualmente».
Ma nelle palestre è diventato un business.
«É vero. Tutti ne esaltano i benefici come è successo con laerobica negli anni 90. Poi si è scoperto che andava corretta qualcosa e la moda è scemata».
Ma quando fa bene fare pilates?
«Non va bene a chi ha già una ipolorodosi lombare. Perché in questo caso una sequenza di pilates lavora sugli addominali in accorciamento. Va bene invece a chi è in iperlordosi, perché tende ad appiattigli laddome».
Però servono istruttori preparati e in palestra a volte girano dei dilettanti.
«Questo discorso valeva ventanni fa. Ora la gente è preparata, legge e si informa. Adesso i dilettanti sono diminuiti anche perché la concorrenza è spietata. E le palestre che non offrono qualità perdono i clienti».
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