Milano - I consiglieri regionali lombardi della Lega Nord, come annunciato, non hanno partecipato all’esecuzione dell’Inno di Mameli che poco fa ha aperto la seduta dell’assemblea al Pirellone. Gli esponenti padani sono rimasti alla bouvette a prendere un caffè e a fare colazione.
Celebrazione Mentre risuonava l’inno nazionale, come imposto da una legge per i 150 anni dell’Unità d’Italia, che solo il Carroccio non ha votato, tutti gli altri consiglieri regionali, invece, sono stati in piedi dietro i loro banchi, indossando chi una coccarda tricolore, chi una spilla o chi addirittura mostrando una bandiera italiana nel taschino della giacca, come l’assessore Romano La Russa. In aula per l’occasione anche il governatore Roberto Formigoni.
Battute Poco prima dell’inizio della seduta lo stesso Formigoni è stato protagonista di un simpatico siparietto con il capogruppo della Lega Nord, Stefano Galli. "Ti offro un caffè", ha detto il governatore all’altro. "No, te lo offro io", ha replicato il leghista. I due, a cui si è subito aggiunto Renzo Bossi per una spremuta, hanno scherzato e parlottato per qualche minuto. Ma quando i lavori del consiglio regionale stavano per iniziare con l’esecuzione dell’inno nazionale, Formigoni si è congedato sottolineando: "il dovere mi chiama".
Indifferenza Lega Tutti i leghisti sono invece rimasti al banco della bouvette, compreso il vicepresidente della Giunta, Andrea Gibelli.
Dallo scranno della presidenza, il presidente Boni (che indossava ovviamente la classica cravatta verde-padania d'ordinanza) ha dato il via alla discussione con l’ordine del giorno, senza fare alcun cenno alla celebrazione in onore dell’Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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