da Milano
Sono in carcere dal 21 maggio 1997 per un delitto che non hanno commesso. Francesco Orlandi e Vincenzo Faiuolo scontano una condanna per lomicidio di Pasqua Rosa Ludovico, accoltellata a morte nella sua casa di Castellaneta (Taranto) il 17 maggio 1997. Ma unaltra persona, un tunisino, si è autoaccusato di quellorrendo crimine, ha fornito le prove della sua colpevolezza, alla fine di una lunga indagine la Procura di Taranto ha chiesto il suo rinvio a giudizio: il 14 febbraio Ben Mohamed Ezzedine Sebai affronterà ludienza preliminare, poi potrebbe essere processato per lo stesso fatto per cui Orlandi e Faiuolo hanno sulla spalle una pena definitiva a 16 anni.
Gli avvocati dei due gridano allerrore giudiziario, ma almeno finora la richiesta di revisione è stata respinta con una motivazione che suona come una beffa: «Listanza di revisione fondata sullasserita responsabilità di un terzo - scrive la Corte dappello di Potenza - è inammissibile fino a quando la responsabilità di questultimo non sia stata accertata giudizialmente in modo definitivo, a prescindere, quindi, da ogni eventuale accertamento nelle more acquisito». Chiaro?
I giudici di Potenza non entrano nel merito: può pure essere che due persone siano in galera senza ragione dal 1997, ma non se ne parlerà fino a quando un verdetto irrevocabile non avrà accertato la colpevolezza di Sebai.
Sebai non è un personaggio qualsiasi. Arrestato nel 97 per la morte di una vecchietta, sempre in provincia di Taranto, viene infine condannato allergastolo per luccisione di quattro donne anziane, rapinate e massacrate nelle loro abitazioni in Puglia. Nel 2005 la svolta. Il tunisino si autoaccusa di altri tre delitti. In particolare quello di Pasqua Ludovico per cui sono in cella Faiuolo e Orlandi. I due, catalogati dai giornalisti come balordi, hanno firmato a suo tempo una confessione scritta. Perché lhanno fatto? Ignoranza, paura, pressing delle forze dellordine? In aula ritrattano, ma ormai la macchina della giustizia è lanciata verso la condanna che arriva inesorabile.
Quegli anni di carcere stridono però con le parole di Sebai: «Per quattro omicidi sono già stato condannato allergastolo mentre sono responsabile di altri undici omicidi. Per alcuni di questi omicidi so che sono state condannate persone innocenti». Il racconto di quel che accadde a Castellaneta è dettagliato: «Pasqua Ludovico abitava in un vicolo. La uccisi con più di una coltellata alla gola... e portai via anche una pistola calibro 6,38 e un pacchetto di munizioni. La pistola la portai a casa mia a Cerignola e la nascosi sotto terra».
I parenti della vittima confermano: Rosa aveva una pistola e delle munizioni, ereditate dal marito. La perquisizione nellabitazione di Cerignola dà spessore al racconto dellarabo: da un sacchetto saltano fuori una vecchia pistola arrugginita e alcune munizioni. Il tunisino viene accompagnato a Castellaneta e ricostruisce la «location» del delitto. La Procura procede, chiedendo infine il rinvio a giudizio.
Faiuolo e Orlandi restano però in cella. Lavvocato Claudio Defilippi insiste: «Sono innocenti, scarcerateli e dateci la revisione». Potenza risponde di no.
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