Gli investimenti delle Pmi in software applicativo hanno ripreso fiato e il comparto ricomincia a crescere. «Le ragioni - dice Clara Covini, direttore piccola e media impresa di Sap Italia - sono molteplici. In primo luogo negli ultimi anni è cambiato il loro modo di lavorare, la delocalizzazione è divenuta un fenomeno diffuso, come pure lacquisizione di aziende estere e la costituzione di gruppi multinazionali. La parola dordine è controllo, e questo fa il paio con governance aziendale. Tanto più se limpresa si è finanziata con la quotazione in Borsa».
Mutuando un celeberrimo spot, non cè performance senza controllo ...
«Il ruolo del sistema informativo si affranca in via definitiva dalla semplice automazione e si afferma come indispensabile strumento attraverso cui tirare le fila, anche a distanza, dellintera impresa».
Come avviene il cambio di marcia?
«Questo è il passaggio che fa ragionare gli imprenditori sulla necessità di rinnovare il parco applicativo e investire nei sistemi Erp (gestionali) di nuova generazione. Il tema della governance è forte per le aziende che vogliono estendere le proprie attività oltrefrontiera e, se quotate, dimostrare il controllo puntuale sul proprio business, mentre sono le economie di scala e gli ampi margini di miglioramento nelle aree di produzione e logistica a muovere gran parte delle medie aziende».
Per le Pmi si impongono livelli di organizzazione più sofisticati?
«Le necessità crescono con laumentare della complessità del business-to-business e delle interrelazioni nellambito delle filiere. Ciò porta dritti a ragionare sul ritorno dellinvestimento sugli applicativi. La percezione che il software sia una componente importante, se non addirittura un fattore differenziante, è oggi sempre più diffusa».
Qual è lapproccio dellazienda che innova?
«Le imprese più virtuose comprendono bene le logiche sottese al software e abbracciano il rinnovamento - se lo percepiscono - come un percorso ragionevolmente certo, anche sulla base delle positive esperienze di altre società della stessa taglia e comparto che già lo hanno portato a termine».
Le imprese si accontentano di ripetere progetti già definiti?
«Se i progetti fossero replicabili sarebbe per noi un enorme vantaggio. In realtà, procedono sulla base delle referenze, ma richiedono personalizzazioni più o meno consistenti che, se evitate, le sgraverebbero di quei costi aggiuntivi di cui poi le stesse imprese si lamentano».
Poi i risultati arrivano?
«Il ritorno dipende dal tipo dinvestimento, dalla tempistica, dalle aree interessate.
Innovazione, le Pmi italiane ci credono
«È cambiato il modo di lavorare»
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