Il medico resta umano ma la macchina è utile

Un gruppo di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology hanno addestrato il sistema tecnologico inserendovi informazioni riguardanti migliaia di molecole

Il medico resta umano ma la macchina è utile
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Tante sono le storie «affascinanti» che si potrebbero raccontare a proposito di intelligenza artificiale applicata alla medicina. La scoperta della halicina per combattere l'antibiotico-resistenza è particolarmente interessante. Se non altro perché il nome della nuova molecola è un omaggio a HAL 9000, il supercomputer coprotagonista del film «2001: Odissea nello spazio». Ma dalla fantascienza siamo ormai alla realtà.

Un gruppo di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology hanno addestrato il sistema tecnologico inserendovi informazioni riguardanti migliaia di molecole. Il programma ha identificato in tempi brevi la Halicina, che presentava una potenziale attività antibatterica molto forte, con una struttura chimica diversa da quella degli antibiotici noti. Senza questa integrazione tra uomo e macchina il metodo della ricerca tradizionale sarebbe stato molto più lungo e costoso. Papa Francesco nel suo discorso al G7, voluto fortemente dal nostro Governo durante la presidenza italiana del 2024, parlava della grande potenzialità dell'intelligenza artificiale per contribuire al «progresso esponenziale della ricerca scientifica». Progresso che dovrà essere sempre di più accompagnato da scelte politiche in grado di accogliere e governare i cambiamenti. Un esempio positivo è rappresentato nell'ultima legge di bilancio. È stato previsto infatti l'accesso degli antibiotici «reserve», dedicati alla resistenza ai batteri, al Fondo farmaci innovativi. Obiettivo è incentivare la ricerca nel campo dell'antimicrobico resistenza, tanto preziosa per il futuro della nostra salute.

L'intelligenza artificiale si applica anche in altre aree della medicina. Si pensi alla diagnostica per immagini dove, grazie ad algoritmi addestrati, vengono analizzati milioni di referti molto velocemente e si arriva a diagnosi precoci soprattutto per malattie complesse. La prospettiva dell'immediato futuro è una medicina predittiva e personalizzata. Quanto più si anticipa l'individuazione di una patologia, tanto più si trova una cura adatta anche per una singola persona.

La gestione degli ospedali, lo sviluppo della telemedicina per l'assistenza territoriale sono altri campi nei quali si realizza e si sperimenta, ora anche grazie al Pnrr, l'uso dell'intelligenza artificiale per un'offerta di servizi sanitari innovativi, più vicini ai bisogni dei cittadini.

Riservatezza e qualità dei dati, rapporto del medico con le tecnologie, formazione del personale sanitario, responsabilità umana, questioni etiche sono i principali nodi da affrontare perché il tutto funzioni al servizio del nostro benessere e della nostra salute. Altro tema essenziale è l'interdisciplinarità tra professionisti per aggredire opportunità e problematiche dell'intelligenza artificiale, dai clinici, ai «data scientist», dagli ingegneri ai giuristi, dai fisici ai filosofi.

Sembra paradossale, ma proprio lo sviluppo tecnico e tecnologico induce a impegnarci ancor di più per mettere al centro i pazienti e realizzare una proficua sinergia tra ingegno professionale e potenza delle macchine.

La Chiesa con il Papa Leone XIV aprirà riflessioni e orizzonti importanti per l'umanià e le sfide dell'intelligenza

artificiale, come è già stato annunciato dal sommo Pontefice. Ma ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte per rafforzare un umano in «divenire», espressione cara alla filosofia e che trova terreno fecondo proprio nella medicina.

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