Guido Mattioni
Quel che è certo è che questa storia puzza. Per due motivi: per la «materia» del contendere e per lancor misteriosa dinamica dellevento che, ieri mattina, ha portato una zaffata daria mefitica nei palazzi della Roma politica. Insieme a giustificabili toni offesi, a scontate indignazioni dufficio, ma anche - soprattutto - a prevedibili battute e facili ironie da suburra.
Il fatto è presto detto. «Verso le 11 qualcuno, per ora ignoto, ha provveduto a imbrattare con escrementi umani i corridoi di Palazzo Marini prospicienti gli uffici parlamentari dellItalia dei Valori», ha sintetizzato con prosa da mattinale di Questura lonorevole Stefano Pedica, capo della segreteria politica del movimento fondato da Antonio Di Pietro.
Indignato al punto, Pedica, da aver chiesto per prima cosa di fare «piena luce sullaccaduto». Questo quando, per chiunque, di fronte alla vastità della deiezione, lurgenza sarebbe stata piuttosto quella di far anzitutto pulizia. Incombenza che ha investito una task force di commessi della Camera (istituzione di cui lo stabile preso di mira è una pertinenza). I commessi, esaminate le evidenze, hanno avanzato subito una loro ipotesi. Un po per buon senso, un po per sdrammatizzare. Più che provocazione politica, il malore di un anziano, accadimento umanamente possibile e clinicamente plausibile tenendo conto del caldo torrido.
Versione che non sembra soddisfare il Pedica. «Speriamo vivamente che il fatto sia riconducibile a una simile evenienza piuttosto che a un volgare e vigliacco affronto allistituzione parlamentare in primis e al gruppo Italia dei Valori», ha insistito, aggiungendo che «comunque sia, non ci sono dubbi sullurgente e categorico dovere, da parte della Presidenza, di aprire unistruttoria».
Detto, fatto. La cosa è finita in aula, con una risposta della presidente di turno, Giorgia Meloni di An. «La presidenza è già stata avvertita del disdicevole episodio e i questori stanno già facendo accertamenti su quanto accaduto», ha glissato via con eleganza la giovane deputata. Soddisfatto linterrogante, Emerenzio Barbieri. Non del tutto il Pedica. Che di fronte allolfattività dei fatti, non si è riuscito a trattenere. «Abbiamo avanzato alla Presidenza le nostre rimostranze sulla patente inefficacia dei controlli nella sede parlamentare.
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