Ma quando riusciranno a capire che Facebook non è il diario segreto al quale confidare tutto quello che passa per la testa, ma una bacheca pubblica dove anche le persone non «amiche» possono arrivare a leggerne i contenuti?
Un ripasso sullargomento dovrà essere fatto ad una decina di alunni della prima liceo scientifico del collegio «Emiliani» di Nervi che qualche giorno fa lhanno fatta davvero grossa. Nei loro profili sul social network più frequentato del pianeta si sono messi a discutere su temi legati al loro istituto: il ruolo della scuola cattolica, le funzioni del clero, gli atteggiamenti dei professori. Peccato che il linguaggio utilizzato non sia stato proprio da frequentati un collegio gestito da sacerdoti, visto che per dare il loro contributo al dibattito hanno utilizzato parolacce, insulti, minacce e persino bestemmie. Guarda caso però, gli sbadati alunni della scuola del levante genovese hanno dimenticato che tra i loro contatti ci sono anche compagni di classe che magari parlano con i professori, e che gli stessi professori avevano scambiato i loro contatti con quelli degli alunni. E i docenti, davanti alle bestemmie e ad insulti gratuiti che colpivano loro colleghi, non hanno potuto fare finta di niente portando il caso dal mondo virtuale di internet dove tutto appare lecito, a quello reale della scuola dove le regole - forse - valgono ancora.
Qualche professore ha deciso di archiviare quelle pagine, i commenti, gli insulti. Ha stampato tutto e raccolto in una cartellina che è stata sottoposta al preside della scuola e oggi la vicenda degli alunni della prima superiore sarà al centro di una riunione straordinaria del collegio docenti che si troverà per capire quali provvedimenti prendere.
Tra gli insulti e i commenti raccolti su internet anche la pretesa che la scuola cattolica ruba soldi «e per questo deve promuovere anche chi non studia». Poi se sei un asinaccio e non distingui Facebook dal diario segreto fa lo stesso.
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