"Inter, grazie a tutti" Moratti ha deciso per la rifondazione

Il presidente volta pagina, ma Leonardo potrebbe restare. Sul mercato Sanchez, Montolivo e Tevez in cima alla lista di Branca. Mou e Guardiola i sogni 

"Inter, grazie a tutti" 
Moratti ha deciso 
per la rifondazione

Il presidente Massimo Mo­­ratti attraverso il sito ufficiale ha voluto inviare un messaggio ai suoi dipendenti: «Vorrei oggi rin­graziare la mia squadra, tutti i gio­catori che negli ultimi anni, e an­che nell’attuale, hanno portato a tutti i tifosi interisti, me compre­so, tanta gioia e i successi dei qua­li siamo e saremo sempre orgo­gliosi. Nella certezza di ritrovare la forza e la qualità che conoscia­mo per raggiungere i prestigiosi obiettivi che ci attendono anche quest’anno, sono convinto che, insieme ai tifosi, l’allenatore e la squadra sapranno regalarci an­cora altre soddisfazioni». È una lapide, alla memoria. Il presidente il giorno dopo lo scon­tato epilogo europeo ha voluto evitare frasi di circostanza, parla­re di giocatori stanchi e qualifica­zione compromessa a San Siro. Ha mirato dritto al cuore: grazie a tutti, è stato bello. Ciao, adesso si cambia. Ed è tutto in divenire, tracciare righe, arrivi e partenze, orari dei treni e cose del tipo, non è al mo­mento possibile. La stagione per l’Inter non è finita, c’è la Roma il 19 per la semifinale di coppa Ita­lia e ci sono altre sei partite di campionato.Non c’è la squadra, e questo è il secondo punto. Leo­nardo e Zanetti devono recitare la parte, oggi però sono inattendi­bili, fanno testo i sette gol presi da una banda di ragazzini che na­vigano a metà classifica in Bun­desliga. Non si tratta di rifondare o ritoccare l’Inter,adesso ci sono otto partite sicure e l’idea è che comunque finiscano, il preside non cambierà idea, si è troppo spaventato, non si fida più. Massimo Moratti non si era il­luso di vincere ogni anno la Champions e lo scudetto, ma si era convinto di avere costruito una squadra che non avrebbe mai subito crolli verticali, insom­ma magari perdi ma gli altri per batterti devono morire o quasi. Una squadra tipo Barcellona e Manchester United per intender­ci, gente che ogni anno arriva in fondo e se non gioca la finale è un evento. Invece ha visto cose che non immaginava mai più di rivedere e allora corre ai ripari, il suo omaggio alla squadra il gior­no dopo Gelsenchirken non è un saluto, è un commiato. Il cal­cio è questo, il presidente lo ha imparato a sue spese e non ha nessuna intenzione di attendere altri quattordici anni per vincere qualcosa. Fosse per lui allestireb­be subito una seconda Interna­zionale, nomi, talenti, goleador, possibilmente stranieri. E se al­l’interno dell’Inter esiste anche una seconda anima che vorreb­be un pesante intervento sul mercato interno, giocatori italia­ni giovani e da far crescere, tutti sanno che il presidente si chia­ma Massimo Moratti. Leonardo al momento non si tocca e potrebbe anche restare per la prossima stagione. Non esistono controprove ma il decli­no della squadra era iniziato su­bito a ottobre, il suo arrivo l’ha ri­portata in zona Champions, al momento garantendole addirit­t­ura l’accesso senza preliminari, e non è una battuta. Moratti ci sta provando con Pep Guardiola e spera che Josè Mourinho ci ri­pensi, due nomi impossibili già a giugno. Comunque per la pan­china lui pensa a un tecnico stra­niero. Leo non è ancora dentro la squadra come lo era Mou­rinho ma è ben visto, per evitare fratture con lo spogliatoio ha messo l’Inter in mano ai senatori e ha segato gli emergenti. In real­tà nessuno di loro ha mai dimo­strato di valere i titolari, Cou­tinho, Mariga e Obi sono lenta­mente spariti, Kharjia dopo un buon inizio si è perso, ma non era titolare neppure nel Genoa. In una squadra di ultratrentenni è curioso che non siano riusciti a imporre la loro freschezza fisica. Che ci fosse bisogno di gente nuova e giovane è stato dimostra­to con Pazzini, Ranocchia e Na­gatomo, arrivati, cambiati, in campo. Ci sono giocatori all’in­terno della squadra ormai non più funzionali al progetto di Mo­­ratti, ma proprio questi giocatori hanno ingaggi pesanti e un mer­cato assente. Se per qualcuno di loro arrivassero soldi, questa vol­ta il presidente non si lascerebbe troppo coinvolgere dalla gratitu­dine e dalla riconoscenza. Moratti vuole ritrovare la forza e la qualità che conosce per rag­giungere i prestigiosi obiettivi che insegue,l’ha scritto nel mes­saggio. Sanchez, Montolivo, Te­vez, Schweinsteiger, magari uno come Sahin Nuri il turco-tede­sco del Dortmund che non vede l’ora di giocare in Italia.

Uno che finora ha vinto solo una coppa d’Olanda e ha voglia d’altro,cor­re, picchia, ha visione di gioco, peccato che ora tutti lo hanno scoperto e la sua clausola rescis­soria sia di soli 6,5 milioni. Anche per Marco Branca inizierà una stagione nuova.

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