Inter, mezza a squadra a casa. Milito un amuleto per Mosca

Souvenirs di Mosca? Non sono male. Si, certo, a parte quel Lokmomotiv -Inter del 21 ottobre 2003, sempre Champions League, un Caronte a nome Corrado Verdelli in panchina, in attesa di Zaccheroni e appena liquidato Hector Cuper. A qualcuno verranno i brividi: finì con un devastante 3-0 per i russi e l’inizio della fine in Champions. Qui, almeno, Ranieri non è Caronte. Per ora non traghetta. Ma sono problemi. L’Inter ne ha due impellenti: cominciare a guadagnar punti in Europa e mettere insieme una formazione decente tra infortuni e fuori lista. Il povero Ranieri ha scoperto, in conferenza stampa, che anche Muntari non faceva parte della lista Champions. Sapeva del caso Forlan-Castaignos, ma nessuno l’aveva avvertito dell’altro problema. Per fortuna che c’è Milito, uno che al Cska ha fatto gol di recente(31 marzo 2010 a San Siro) e sta ritrovando la vena. Con o senza Pazzini.
Casi da Inter, sarà bene che Moratti prenda appunti, a fine anno comincerà a rivisitare l’apparato dirigenziale: serve gente che conosca le regole Uefa, gente che comunichi all’allenatore tutto quanto deve sapere. Anche con Mourinho c’era stata qualche svista. Circola il nome di Montali, ex ct della pallavolo (l’Inter aveva provato Julio Velasco con scarsi risultati) ed ex dirigente della Roma. Ma non solo. Serve miglior comunicazione con il mondo esterno. Serve qualcuno che ci azzecchi subito nelle valutazioni mediche. Ranieri ha cominciato a scoprire il caso Inter negli aspetti più nascosti, quel famoso dietro le quinte che spesso è all’origine di molti mali nerazzurri: troppe anime e troppe guerriglie.
Per ora servirebbero calciatori, stavolta ne mancheranno tra i 9 e i 10: il caso Sneijder rischia di trascinarsi per un mesetto. Mercoledì verranno fatte ulteriori valutazioni. Ranieri ha lasciato a casa anche Maicon e Stankovic: gli avevano lasciato qualche speranza. Obi ha qualche problemino fisico, una botta al polpaccio, in via di smaltimento. Thiago Motta e Cordoba sono lungo degenti, Poli sarà pronto tra un mesetto. A Mosca, l’Inter sarà costretta a fidarsi di Jonathan e Alvarez. Chissà se l’erba sintetica dello stadio Luzniki rivaluterà le qualità pedatorie del brasiliano e dell’argentino finora rimaste oscure?
Il Cska ha vinto l’ultima partita di campionato, con il Volga, rifilando tre gol, sarà privo per 6 mesi del portiere titolare Akinfeev, finito male per un incidente simile a quello fra Lucio e Stekelenburg, e per tre mesi non avrà il giapponese Honda. Si affida e ad un vecchio guerriero brasiliano, Vagner Silva de Souza, noto come Vagner Love, carico di 100 gol segnati con i russi ma di una valigia che chiuderà a gennaio.
Dici Russia e pensi Eto’o e al suo tradimento, figlio di qualcuna delle tribolazioni nerazzurre. Magari Mosca potrà risarcire: l’Inter con il Cska ha sempre vinto nei quattro precedenti, ma allora c’erano Ibrahimovic, un giovane Cambiasso, Crespo e anche Sneijder che, l’anno scorso in aprile, segnò il gol- vittoria proprio nella capitale. Ieri dopo quattro ore di volo, l’Inter ha preso possesso del suo albergo. Ranieri ha cercato di mettere a fuoco le situazioni. Luis Figo, che ha studiato i russi di recente essendo ospite di uno sponsor Champions, gli ha parlato di una buona condizione fisica e, appunto, dei migliori giocatori fra i quali anche il serbo Tosic.

Ranieri non avrà molti problemi di formazione: probabile che insista sulla coppia Pazzini-Milito e tenga Zarate come alternativa durante la partita. Il refrain del tecnico stavolta è chiaro: «L’Inter deve vincere e, soprattutto, non può permettersi di perdere». Soprattutto ora che ha riscoperto il vecchio stile.

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