Un’intera via si ribella: la folla «arresta» rapinatore dopo il colpo

In Valparaiso, i cittadini escono dai negozi e aiutano marito e moglie a bloccare il bandito che li aveva aggrediti. Caccia aperta ai due complici fuggiti in auto

«Quando ho visto i miei amici a terra ho subito immaginato che avevano bisogno di aiuto e mi sono buttata». Buttata nel senso letterale del termine, perché Carla Di Donato è atterrata sopra quella sorta di pacchetto di mischia in cui già si dibattevano Sebastiano e Valerika Tomasello e il sudamericano che li aveva appena rapinati. Che a quel punto non ha potuto fare altro che restare buono buono ad attendere i poliziotti che lo hanno arrestato.
Sono da poco passate le 10 di ieri, Sebastiano, 51 anni, è nel suo ufficio di via Valparaiso 7, insieme alla moglie Valerika, 41. La loro società si occupa di «outsourcing», cioè sbriga per conto terzi lavori di assemblaggio, facchinaggio e pulizie.
«Ieri era giorno di paga e molti dei miei lavoratori, soprattutto stranieri, vogliono i soldi “caldi”. Ero pertanto passato in banca a ritirare 10mila euro. Lo stesso aveva fatto mia moglie anche se non so esattamente quanto abbia prelevato». Il racconto infatti viene fatto subito dopo il colpo e la donna è ancora sotto choc: trema come una foglia, fatica a parlare e si tiene un borsa di ghiaccio sulla testa.
«All’improvviso sono entrati tre sudamericani - prosegue Tomasello - ne sono sicuro, ne ho molti che lavorano per me. Uno era armato di pistola (poi rivelatasi una riproduzione), un altro brandiva un coltellaccio, il terzo mi sembrava disarmato». I balordi arraffano buste paga, portafogli e cellulari, ignorando per fortuna, orologi e gioielli. Spingono i coniugi verso il bagno per chiuderli dentro ed estraggono i cerotti per legarli.
«In quel momento l’uomo armato di pistola si distrae e io riesco a bloccarlo». Scoppia l’inferno, urla, spinte, tavoli e sedie rovesciate, carte dappertutto. I rapinatori tentano la fuga. Il primo esce di corsa, sale in auto e attende i complici. Quello con il coltello, lo segue ma sulla soglia incrocia il custode del vicino stabile. «Ho cercato di abbrancarlo, ma è riuscito a divincolarsi, buttarmi a terra e filare via come una lepre» racconta Nicola Gervaso, 46 anni.
Resta il terzo, che ancora si dibatte e guadagna l’uscita con Sebastiano e Valerika aggrappati. E infatti crolla sul marciapiede, con i coniugi che gli rovinano addosso. Poi arriva Carla Di Donato, 34 anni, titolare del vicino negozio di parrucchiera e si lancia in aiuto degli amici. Escono i clienti dal bar, dal negozio di informatica a dar man forte. Il bandito non ha scampo e smette di lottare. Verrà di lì a poco preso in consegna dagli agenti che avviano le indagini. Cercano indizi utili sull’auto usata dai due banditi per fuggire, organizzano battute in zona. Comunque con uno dei malviventi in mano, non dovrebbe essere impossibile identificarli.
«Non è la prima rapina che subisco - commenta ora Tomasello - qualche tempo fa uscendo dalla nostra villa al mare siamo stati affrontati da alcuni banditi che mi hanno puntato la pistola alla tempia.

Solo che con noi c’era nostra figlia, non potevo certo mettere a repentaglio la sua vita. Ma questa volta, proprio non c’è lo fatta a subire. Anche perché quel coltellaccio brandito sotto il naso mi faceva veramente paura e temevo avrebbero potuto usarlo contro di noi».

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