Un interceptor chiamato Martin: «A Parigi la partita della vita»

L'Italia del rugby si prepara alla sfida di domenica prossima a Parigi. E Castrogiovanni si concede in campionato un'impresa indimenticabile.

L'intercetto è l'unico gesto beffardo che c'è nel rugby. In uno sport che ha nel rispetto dell'avversario il comandamento numero 3 o 4 (a seconda delle scuole di pensiero), c'è un solo caso in cui la beffa è ammessa ed applaudita. Ed è appunto l'intercetto. Schema classico: giocatore in difesa, gli avversari che avanzano palla in mano, al momento del passaggio il difensore invece di lanciarsi a placcare si concentra sul pallone e se ne impadronisce nel breve tragitto che compie per trasferirsi dalle mani di un attaccante all'altro. Dopodichè, sgraffignato l'ovale, si galoppa finchè si può, cogliendo in contropiede l'intera squadra avversaria. Se il fiato regge, si arriva fino in meta, spesso attraversando l'intero campo per la lunghezza. Chi realizza un intercetto se lo ricorda a lungo. Chi lo subisce, non se lo scorda più.
A realizzare gli intercetti sono di solito i tre quarti, gli agili giocatori delle linee arretrate. Che sia un uomo di mischia a trovare la prontezza di riflessi necessaria al furto con destrezza accade assi di rado. E così è un segno di buonaugurio per l'Italia di rugby che la settimana del big match con la Francia si apra nel segno dell'impresa di Martin Castrogiovanni, numero 3 degli azzurri: che lo scorso fine settimana nelle file dei Leicester Tigers ha contribuito alla vittoria sui London Irish con una diabolica meta di intercetto. Numero clamoroso, tenuto conto dei 122 chili che Martin porta a spasso per il campo. E che gli è fruttato il titolo di «man of the match» al termine dello scontro che ha permesso alle «Tigri» di superare in classifica gli «irlandesi di Londra».
Insieme al riconoscimento, l'incontro ha lasciato a Castrogiovanni un po' di lividi che hanno messo in forse la sua presenza in campo domenica prossima a Parigi. Ma stamattina il bestione pareva fiducioso. «A noi piloni non capita molto spesso di segnare mete del genere, mi godo il momento ma penso alla Francia. Sto bene, vivo un buon momento, ma io ho sempre dato tutto in campo anche quando le cose, per me, non andavano così bene. Adesso ci aspetta la gara di domenica a Parigi contro la miglior squadra d'Europa, per batterla ci vorrà una partita perfetta in difesa e in fase di conquista. Non dovremo concedere spazi perché loro sanno giocare alla mano come nessuno al mondo e tutto, come sempre, partirà dalla prestazione delle mischia. Ci stiamo concentrando sui nostri punti di forza e andremo in campo per cercare di portare a casa la gara: come ha detto Carlo Orlandi, questo gruppo ha fame di successi come lo aveva il gruppo che vinse a Grenoble e credo che lo abbiamo dimostrato contro la Scozia. Certo ci sono partite più facile e partite più difficili, ma la mentalità dell'Italia è quella giusta».
A fargli eco, il mediano di mischia Pablo Canavosio, che nell'ultimo incontro del Sei Nazioni ha segnato la meta che ha polverizzato l'incubo di un nuovo «cucchiaio di legno»: «Non dovremo sbagliare nulla, disputare una partita impeccabile. Sono sicuro che tutti noi daremo il meglio, cercando di imporre il nostro gioco: alla fine vedremo quale squadra sarà stata la migliore in campo. Ho rivisto la mia meta contro gli scozzesi - ha detto il numero nove dell'MPS Viadana - ma soprattutto mi sono concentrato sugli errori che ho commesso nella partita del 27 febbraio per migliorare in vista della gara di domenica. Io sono a disposizione del ct, lui conosce il mio rugby e io accetterò ogni decisione relativa al mio utilizzo nelle prossime partite. Parra e Trinh-Duc? Una coppia completa, che si conosce sin dalle nazionali giovanili fa girare benissimo la squadra francese: Parra sa gestire molto bene una squadra forte come il Clermont, Trinh-Duc ha un buon piede ed è imprevedibile nelle scelte».


Certo, la Francia è molto più forte della Scozia, ha sconfitto quell'Irlanda che aveva maltrattato pesantemente l'Italia al primo turno. Ma se la mentalità sarà quella vista al Flaminio si potrà comunque uscire dallo Stade de France a testa alta.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica