Intercettazioni, le procure si scambiano le carte

Summit a Milano tra i Pm che indagano su Telecom, «Laziogate» e sul suicidio Bove

da Milano

Si sono ritrovati a Palazzo di giustizia per un summit di cinque ore. C’erano i pm milanesi Fabio Napoleone e Francesco Cajani, il pm romano Pietro Saviotti, la torinese Patrizia Caputo e il napoletano Mario Canale. Tutti indagano sulle intercettazioni telefoniche abusive o su filoni collegati. In particolare Napoleone scava sulle intercettazioni abusive di Telecom, Saviotti sul cosiddetto Laziogate, Canale sul suicidio di Adamo Bove, responsabile della security di Tim, la Caputo è uno dei magistrati che si occupa della gestione dei rapporti tecnici e organizzativi con gli operatori telefonici.
«Abbiamo fatto il punto sulla situazione - spiega alla fine del meeting Piero Saviotti -, si tratta di episodi diversi ma che s’incastrano». Dunque, nessun problema di competenza territoriale, almeno al momento.
Secondo l’agenzia Apcom i magistrati si sono scambiati carte e documenti e hanno discusso i diversi argomenti oggetto di un approfondimento investigativo che si annuncia ancora lungo. Nessuna delle indagini sembra essere in dirittura d’arrivo. E va anche detto che, almeno finora, non era trapelato che ci fosse un’inchiesta aperta dalla Procura di Torino sull’acquisizione illegale di tabulati e collegata a quelle di Roma, Milano e Napoli.
In ogni caso il lavoro dei Pm romani e milanesi va avanti da molto tempo; a Napoli l’indagine è cominciata soltanto il 21 luglio con il drammatico volo dal cavalcavia della tangenziale del supermanager di Tim.

Il reato ipotizzato è l’istigazione al suicidio. Gli investigatori ipotizzano che Bove sia stato pedinato nei giorni precedenti la morte. E cercano di risalire a un furgone bianco che sarebbe stato visto sotto la casa di Bove.

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