Il cinema scopre i morti di destra: film sulla strage di Acca Larentia

Esce Sangue sparso sull'omicidio a Roma di tre giovani militanti Msi negli anni Settanta. La regista: "Una storia raccontata dall'altra parte"

Il cinema scopre i morti di destra: film sulla strage di Acca Larentia

Gli anni di piombo visti da destra. Può sembrare una facile riduzione; una semplificazione giornalistica. Invece è il genuino obiettivo che si è posto Emma Moriconi, giornalista e studiosa, nel mettersi dietro la macchina da presa per riportare d'attualità una delle ferite più profonde che la città di Roma ha collezionato nel corso dei caldi anni Settanta. Stiamo parlando di quella pagina piena di ombre della storia recente che va sotto il nome di «eccidio di Acca Larentia». Quei fatti, tragici, tornano d'attualità grazie al film Sangue sparso che uscirà nelle sale venerdì 12 giugno (distribuito da Flavia Entertainement) e che oggi verrà presentato alla stampa alla presenza di Francesco Storace (La Destra). La Moriconi ambisce a una ricostruzione puntuale di fatti che meritano quanto meno una «giustizia storica postuma».
Il 7 gennaio del 1978 tre militanti missini rimangono uccisi. Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta cadono sotto i colpi di pistola di attivisti di estrema sinistra mentre stavano svolgendo un volantinaggio nei pressi della sezione del Movimento sociale del quartiere Tuscolano di via Acca Larentia. Un loro compagno, Stefano Recchioni, invece morirà poche ore dopo durante gli scontri con la polizia. Scontri seguiti a una manifestazione spontanea dei missini per i compagni caduti. Gli autori del duplice omicidio non verranno mai catturati né condannati. Purtroppo i fatti di Acca Larentia hanno avuto anche una tragica coda l'anno seguente quando, nel corso di una manifestazione in ricordo della strage nel popolare quartiere di Centocelle, rimase ucciso il diciassettenne Alberto Gianquinto.
Secondo quanto anticipa la regista, il lungometraggio racconta una storia che si estende lungo un lustro. Cinque anni di incidenti e lotte sanguinarie, raccontate dal punto di vista di un personaggio che, a distanza di anni, rievoca quei momenti ripercorrendo le strade costrette a fare da involontarie quinte di quelle violenze. «L'uomo ormai adulto - ha spiegato la Moriconi in un'intervista al Tempo - torna nei quartieri dove ha vissuto da ragazzo». Tra questi luoghi c'è anche la sezione del Fronte della gioventù di via Acca Larentia. Attraverso numerosi flashback il racconto si snoda fino al 1983.
«Il sangue evocato nel titolo - scrive Francesco Storace in un editoriale del Giornale d'Italia dedicato al film della Moriconi - è sparso sulle strade. Sparso nella memoria di un popolo. Ma è anche sangue dimenticato da una cultura erede di un messaggio devastante, per cui - si gridava nelle piazze “uccidere un fascista non è reato”. Ho vissuto quegli anni e mai avrei immaginato che ci sarebbe stata la possibilità di tradurli in un'opera riconosciuta di interesse culturale persino dal ministero competente (il Mibac all'epoca del governo Monti, incredibile)».
«Volevo raccontare queste storie viste dall'altra parte anche se per me - spiega la regista, che all'epoca dei fatti aveva sette anni - quando muore un giovane, di destra o di sinistra, è sempre una tragedia. In questi casi sono tutte vittime innocenti, vittime per caso. Militanti che volevano combattere per un'idea». Di quegli anni, aggiunge, «si ricordano solo fatti come il caso Moro, la strage di Bologna. E di tante vittime invece non si parla». «La cosa invece che mi inorgoglisce - ci tiene a precisare la Moricone - è il riconoscimento del film come opera di interesse culturale da parte dei Beni culturali. Vuol dire che non è mai troppo tardi per riappropriarsi di una parte trascurata della storia».


D'altronde va anche ricordato che è la prima volta che il cinema si occupa dei morti missini. Sugli anni di piombo la filmografia è abbondante ma raramente il cinema si è preoccupato di ricordare gli «altri». Unica eccezione, come ricorda la stessa Moriconi, il libro di Luca Telese «Cuori neri.

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