La cultura valore di tutti, si deve pagare a ogni età

Gentile lettrice,

capisco la sua amarezza per certa insofferenza manifestata in molti settori da parte di tanti under nei confronti di tutti gli over. A volte, devo dire, giustificata. Altre assolutamente di maniera, generalizzata e inutile. Escludere per principio dalla vita sociale, o limitarne la «partecipazione», chi ha superato una certa soglia d'età a favore dei giovani, applicando allo status anagrafico lo scivoloso principio delle «quote rosa», è nel migliore dei casi stupido, nel peggiore controproducente. Se la civiltà umana è sempre progredita, e non si è estinta in qualche catastrofe, è stato grazie alla saggezza degli anziani, più che alla forza dei giovani.

Però, per quel che riguarda, più prosaicamente, la questione della gratuità dei musei, credo che la decisione del ministro Dario Franceschini (che pure in tanti altri casi abbiamo criticato su queste stesse pagine) abbia una ratio semplice e difficilmente contestabile. La scelta - sicuramente non indolore - di fare pagare il biglietto dei musei agli «over 65» è comprensibile, strategicamente, nell'ottica di sfruttare dal punto di vista economico la presenza nelle nostre città d'arte di un numero altissimo di turisti stranieri agée e danarosi.

Non solo. Dovendo scegliere, ha più senso chiedere di pagare il biglietto alla categoria dei pensionati i quali un mensile, magari risicato, ce l'hanno, piuttosto che ai giovani, senza alcuna entrata. Inoltre si spera che facilitando l'accesso ai musei dei ragazzi si possa creare una consuetudine a «usufruire», anche in futuro, del nostro patrimonio culturale (anche se Internet dimostra che abituare alla gratuità è deleterio...). E comunque il provvedimento del ministro, che peraltro va nella stessa direzione della maggior parte dei Paesi europei (dove a pagare sono appunto gli over 65 mentre l'entrata è libera ai minori di 17 o 18 anni) mira a qualcosa di più.

Non è una punizione alla categoria degli «anziani», ma il primo passo (si spera) per ridurre il più possibile il larghissimo ventaglio di categorie cui è concessa la gratuità in musei e siti archeologici: studenti, anziani, insegnanti, associazioni di volontariato, giornalisti (sì: noi non paghiamo nulla, da nessuna parte). Perché la cultura, perché sia tutelata e valorizzata, si deve pagare. A tutte le età.

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