RomaChiusa la stagione della tattica e delle mille guerre di posizione, si apre la fase del coraggio. Dopo averle a lungo attese e invocate, ora i dirigenti del Pdl si trovano a fare i conti con la prospettiva decisamente nuova delle primarie per le quali Berlusconi suggerisce la data del 16 dicembre e sfogliano la margherita, si consultano, gioiscono o si disperano, ma soprattutto cercano di capire su chi puntare. Un ristretto gruppo di dirigenti, poi, accarezza la tentazione di scendere in campo e giocare la partita della vita: quella della leadership.
Nei ragionamenti di tutti coloro che sono tentati dal grande passo c'è naturalmente un'incognita da chiarire. Tutti vogliono capire se si tratterà di primarie del Pdl o di coalizione. Se in campo ci fossero solo esponenti riconducibili al partito di via dell'Umiltà la partecipazione sarebbe più larga. Nel secondo caso, invece, la platea dei candidati azzurri si restringerebbe fortemente. Di certo il toto-candidati è già partito e già si vanno definendo alcune certezze.
I partecipanti sicuri alla corsa sono almeno quattro. In pole position c'è Angelino Alfano che non ha mai nascosto la volontà di scendere nell'agone qualora Silvio Berlusconi avesse fatto un passo indietro. Determinata alla sfida anche Daniela Santanchè: «Certamente mi candiderò dopo la battaglia che ho fatto. Non ho paura di nessuno e credo ci siano tante personalità di cui auspico la candidatura. Ognuno farà la sua competizione, poi vincerà chi avrà raggiunto maggior consenso». Il terzo dirigente che ha già ritirato il modulo di iscrizione è Giancarlo Galan. «Io ci sarò. Non per esibizionismo ma per rappresentare una storia di buona amministrazione di cui sono stato protagonista per 15 anni e anche per rappresentare un'area, quella liberale che s'è stinta».
Sono pronti a farsi sotto anche i giovani «formattatori», da sempre fieramente schierati per questo metodo di selezione della classe dirigente. La prima a lanciare il guanto è la «pasionaria» Federica De Benedetto: «Sfidiamo la classe dirigente. Ci candidiamo alle primarie». Da lì a poco il sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo - che molti individuano come il Renzi del centrodestra - conferma: «Vigileremo sulle regole. Ma noi ci saremo». Ma il mosaico delle possibili candidature non è finito. Guido Crosetto, ad esempio, non chiude la porta. «Se fossero di coalizione, il candidato del Pdl dovrebbe essere uno. Se fossero del Pdl ci penserei». E un altro che lascia aperto uno spiraglio è il governatore campano Stefano Caldoro per il quale sarebbe giusto avere un rappresentante del Sud nel novero dei partecipanti.
C'è poi la questione degli ex An. Gianni Alemanno da due anni invoca, praticamente senza soluzione di continuità, le primarie e non ha mai nascosto la volontà di esserci. Così come è pronto a partecipare Luciano Buonocore de La Destra Libertaria. Le attenzioni di molti, però, si appuntano su Giorgia Meloni. «C'è entusiasmo per l'appello di Berlusconi. Primarie a tutti i livelli: è questa la scelta migliore». E a chi su Twitter la sollecita a scendere in campo, risponde prudente: «È una gran bella notizia. Il Pdl si rimette in cammino». In realtà c'è un'idea che inizia a circolare e che potrebbe rappresentare, in prospettiva, una buona carta da giocare alle elezioni politiche: quella di un ticket Alfano-Meloni. Una soluzione che potrebbe coniugare il desiderio di rinnovamento con l'affidabilità di due dirigenti che hanno già avuto esperienze di governo. Tutto questo suggellando il definitivo superamento,dell'eterno conflitto tra gli ex Forza Italia e gli ex An.
Di certo con la mossa di Berlusconi i riflettori sono tornati ad accendersi sul Pdl. E mentre Tgcom 24 con Mario Giordano e Sky Tg24, con Sarah Varetto, si candidano a ospitare i dibattiti delle primarie, non è escluso che qualche sorpresa o qualche possibile outsider possa farsi sotto.
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