È la famiglia il contesto in cui avviene il maggior numero di omicidi in Italia. Il dato emerge dall'ultimo rapporto Eures-Ansa che parla di un calo delle uccisioni: sono state 526 nel 2012. Si tratta del minimo storico degli ultimi 40 anni. Così come gli omicidi in generale, anche quelli in famiglia (175 su 526) nel 2012 sono calati del -10,3 per cento rispetto al 2011, ma restano significativi, mentre in forte aumento (+25,8%) risultano quelli compiuti dalla criminalità comune (122). Nel contesto familiare e affettivo la vittima è principalmente donna (61,1 per cento), di età compresa tra i 25 e i 54 anni e il killer in oltre 9 casi su 10 è un uomo. Gli omicidi «nella coppia», invece, interessano quasi la metà delle vittime totali di uccisioni in famiglia e si verificano con maggior frequenza al Nord, dove questo tipo di uccisioni prevalgono sulla criminalità comune e sugli omicidi tra conoscenti. Al Centro è invece la criminalità comune a registrare il primato delle vittime, elevandosi di poco sull'ambito familiare (27 casi, pari al 37 per cento). È il Sud a distaccarsi dal restante territorio, prevalendo anche nel 2012 gli omicidi compiuti dalla criminalità organizzata. Nell'ultimo decennio si contano
ben 1.838 omicidi volontari consumati all'interno della sfera familiare o affettiva, con una media annua di 184 vittime, pari a una vittima ogni 2 giorni, con andamento costante.
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