Dal 2013 il gettito dell'Imu interamente nelle casse dei comuni

La crisi riporta l'Italia indietro di vent'anni: impoverita e profondamente divisa. Quasi la metà dei patrimoni si concentra nelle mani del 10% delle famiglie, mentre si assottiglia il valore della casa e dei risparmi di una vita: dal 2007 il calo è del 5,8% in termini reali, secondo i dati della Banca d'Italia, e tre nuclei familiari su cento sono totalmente in rosso.
Intanto incombe la scadenza dell'Imu: l'ultima stangata dell'anno, destinata a inghiottire i risparmi di molte famiglie. Che però torna ad essere tutta a favore dei Comuni, grazie ad un emendamento alla legge di Stabilità: «Si ristabilisce così il principio di autonomia e semplificazione chiesto dai sindaci - annuncia il presidente dell'Anci, Graziano Delrio - ma è bene precisare che da questa misura non arriverà un euro in più nelle casse dei Comuni». Nel caso in cui venissero confermati i dati previsionali del ministero dell'Economia, nel 2013, i sindaci italiani potranno così disporre di circa 21 miliardi di euro di risorse. Lo Stato azzererà, contestualmente, le risorse a disposizione del fondo di perequazione, nato allo scopo di compensare eventuali gettiti minori di Comuni con meno immobili. Non si azzerano invece le polemiche: al ministro Passera che difende la scelta fatta con l'Imu «in linea con l'Europa», replica Confedilizia: «In realtà oggi l'Italia è la prima d'Europa per la tassazione sulla casa».
Infatti, gli italiani stanno tornando a orientarsi verso investimenti più liquidi, come i Bot: in un anno sono aumentati di 30 miliardi. Senza comunque insidiare il primato del mattone, che vale più di cinquemila miliardi di euro, 62,8% del patrimonio complessivo: oltre 8.600 miliardi, in media 350mila euro a famiglia. I debiti sono invece pari a circa 900 miliardi di euro. Tuttavia, rispetto agli altri Paesi del G7, gli italiani risultano relativamente poco indebitati: «solo» il 71% del reddito familiare disponibile, mentre in Francia e in Germania è di circa il 100%, negli Stati Uniti e in Giappone del 125%, in Canada del 150% e nel Regno Unito del 165%.

Nel confronto internazionale le famiglie italiane hanno anche un'elevata ricchezza netta, fa presente ancora Bankitalia, pari, nel 2010, a 8 volte il reddito disponibile, contro l'8,2 del Regno Unito, l'8,1 della Francia, il 7,8 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 5,3 degli Stati Uniti. E il Codacons chiede allora al governo di introdurre, una tantum, un'aliquota marginale Irpef superiore al 43% per chi dichiara più di 90.000 euro.

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