Rubrica Cucù

Monti-Bis, ma solo in libreria

Dopo averci seviziato i portafogli, i conti in banca e le case, Mario Monti si accanisce sulle nostre biblioteche e introduce un'altra tassa, stavolta volontaria: l'acquisto di ben due suoi libri, da domani in libreria

Monti-Bis, ma solo in libreria

Dopo averci seviziato i portafogli, i conti in banca e le case, Mario Monti si accanisce sulle nostre biblioteche e introduce un'altra tassa, stavolta volontaria: l'acquisto di ben due suoi libri, da domani in libreria. Non sono libri contabili ma equivalgono all'obbligo delle catene in caso di neve; viaggiando verso il disastro economico occorre munirsi dell'attrezzo.

Il suo organo di stampa bicefalo, La Repubblica della sera, ne ha dato doppia anticipazione. I due testi servono per capire la sua mente sadotecnica e il difficile rapporto tra democrazia e tecnocrazia. Monti è un liberale ma non un democratico e considera i popoli come una specie di fastidioso intralcio al radioso cammino della contabilità e dei suoi teoremi.

Dei tecnici spaventa una cosa: se devono optare tra l'euro e i popoli, scelgono di abolire i popoli. Se devono decidere tra il pareggio di bilancio e la vita di una nazione, scelgono di sacrificare la vita di una nazione. Non lo fanno per satanismo, crudeltà o per un Oscuro Complotto dei Poteri Occulti. Lo fanno perché è il loro mandato e la loro mission, il loro raggio di teoria e di azione professionale.

Passando dagli scritti agli orali noto un'altra peculiarità di Monti, ma anche di Terzi, che gli fa il verso, di Grilli e altri tecnici; quando parlano è come se pensassero in un'altra lingua e stessero traducendo. Buon italiano, per carità, ma con delle pause tecniche tipiche degli stranieri quando cercano la parola equivalente.

Monti pensa in inglese, prega in tedesco e tortura in italiano.

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