L'italiano più invidiato dell'universo

Non vorrei essere nei panni di un italiano vivente. Gli sta crollando il mondo addosso: l'Italia, l'Europa, la Chiesa, nel pieno di una bufera economica

Non vorrei essere nei panni di un italiano vivente. Gli sta crollando il mondo addosso: l'Italia, l'Europa, la Chiesa. Si aggira tra premier scaduti e scadenti, tra presidenti della Repubblica e pontefici in scadenza, nel pieno di una bufera macroeconomica e microeconomica, cioè relativa a casa sua. La vacatio di San Pietro, di Palazzo Chigi e poi del Quirinale, e perfino la Notte degli Oscar, se si pensa alla caduta di Pistorius, Oscar per l'Horror, e di Giannino, Oscar per la fiction. C'è una congiuntura astrale senza precedenti, di soggetti e valori - economici, politici e spirituali - che neanche settanta gatti neri, in tredici file per tre col resto di uno, sarebbero riusciti a propiziare.

Il guaio è che nei panni di quell'italiano vivente noi ci siamo. E allora invidiamo l'unico italiano che si sta tirando fuori dalla mischia. Va a vivere fuori Italia, si professa non votante, non credente, non contribuente, non vedente? No, di più. Per lui pure la globalizzazione è roba casereccia, per ristrette vedute. Lui viene da Paternò ma non si chiama Ignazio, e sta preparando le valigie per farsi la settemesi bianca nello spazio. È l'unico che ha preso alla lettera il motto: spazio ai giovani.

Luca Parmitano è un giovane astronauta che va ad esplorare il cosmo in una missione europea chiamata arcitalianamente «Volare». Va a starsi nel blu dipinto di blu fino a novembre prossimo. Un'eroica fuitina per esplorare da vicino il movimento cinque stelle e il Vuoto. Magari quando torna saremo di nuovo in campagna elettorale.

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