La rimonta di Berlusconi ha mutato il tonfo della Lega in trionfo lombardo e ha nascosto sotto il tappeto le briciole della destra. Come previsto, la destra è in frattaglie. Non scriverò necrologi politici di leader che hanno raccolto un quoziente elettorale pari al loro quoziente intellettuale (non valgono, e non per modo di dire, la metà di un centesimo). Intendo parlare della destra.
Fratelli d'Italia se l'è cavata con nove deputati e zero senatori, Storace non ce l'ha fatta pur prendendo più voti di Fini, altri sopravvivono sparsi nel Pdl, più svariate fiammelle. Se avessero fatto l'intesa almeno tra La Destra e i Fratelli avrebbero, dati alla mano, superato la soglia del 2% e avrebbero ora un minimo di 24 deputati. Avrebbero il loro gruppo parlamentare e sarebbero pure al Senato.
È stato un esempio di idiozia bilaterale, non so come altro definirla. Uno diceva dell'altro che pretendeva una decina di seggi sicuri: se si fossero assecondati a vicenda, ora avrebbero quei dieci seggi in più e altri ancora. Eppure la destra come mentalità prepolitica esiste ed è diffusa. Con un vero leader avrebbe potuto unire i dispersi, attirare astenuti e drenare tanti consensi finiti a Grillo. Ma non solo.
Una destra unita e rinata avrebbe permesso al centro-destra di avere il premio di maggioranza alla Camera, perso per poche migliaia di voti. Ha sbagliato chi ha voluto ridurli in frammenti. Ora riusciranno a ripartire uniti? Sarebbe necessario, ma visti i precedenti, chissà se lo capiranno. Si meritavano Fini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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