L'ultimatum di Alfano: "Il Pd voti contro la decadenza del Cav"

Il vicepremier chiede ai democratici di "abbandonare un atteggiamento prevenuto". Anche Lupi in pressing: "Nessun ricatto, stop ai pregiudizi"

L'ultimatum di Alfano: "Il Pd voti contro la decadenza del Cav"

nostro inviato a Rimini

«Le prospettive del governo? Le scopriremo solo vivendo». Angelino Alfano cita un verso di Lucio Battisti divenuto quasi proverbiale per indicare una situazione in divenire. Ma se pure non si spinge fino a consigliare al Pd di evitare «frasi sciocche e volgari doppi sensi», al Partito democratico recapita un messaggio chiaro e tutt'altro che cifrato: «Votate contro la decadenza d Berlusconi».
«Il mio partito e il suo leader sostengono da due anni governi non guidati da Berlusconi. Un atto di grande amore e di generosità che sarebbe un peccato disperdere per scelte egoistiche di una parte» dice il vicepremier, intervenendo al Meeting di Rimini. «Riteniamo che con questa condanna il presidente Berlusconi c'entri come lo sbarco sulla Luna. Noi chiediamo al Pd non di fare propria questa nostra valutazione, ma di tenerne conto come la valutazione di un'area politica di milioni di elettori. Ci auguriamo che si continui in un'azione di approfondimento e di studio, per entrare nel merito di tanti dubbi che la dottrina ha posto dinanzi a chiunque questi dubbi abbia saputo leggerli. Chiediamo al Partito democratico di studiare ancora questa materia che è delicata e chiediamo di approfondire il punto cardine del funzionamento democratico, ossia la possibilità di un cittadino eletto dal popolo di permanere nel ruolo che il popolo ha voluto che occupasse. Noi chiediamo molto chiaramente che il Pd rifletta astraendosi dalla storica inimicizia degli ultimi vent'anni e rifletta sull'opportunità di votare no alla decadenza di Silvio Berlusconi».

Quello del segretario del Popolo della libertà è un vero e proprio appello lanciato agli «alleati» affinché non affrontino in modo pregiudiziale il nodo dell'uscita di Berlusconi dalla scena politica a seguito della condanna per frode fiscale. Per Alfano il Pdl non chiede al Pd un gesto a favore di Berlusconi ma chiede con altrettanta forza al Pd di non dare un voto «contra personam», contro l'avversario di sempre, il loro nemico storico. «Questo atteggiamento indisponibile e preventivo del Pd ci preoccupa e ci allarma: significa esprimere un pre-giudizio, una valutazione politica e non giuridica solo perché si tratta di Berlusconi». Anche perché «ci sono giuristi indipendenti che vengono anche dall'area culturale di sinistra che sostengono un principio che regge tutti gli ordinamenti democratici e cioè che le norme afflittive e punitive sia amministrative che penali non si applicano al passato». In apertura del suo intervento sull'emergenza carceraria che va in scena al Meeting con Luciano Violante e Anna Maria Cancellieri, Alfano si concede anche una battuta a sfondo evangelico - dall'inevitabile lettura legata all'attualità - che strappa l'applauso del Meeting. «L'esempio di Cristo ci ricorda l'esigenza di un giusto processo e i limiti della giustizia popolare».

La richiesta diretta al Partito democratico di abbassare le armi e votare no in aula alla richiesta di decadenza di Berlusconi arriva anche da Maurizio Lupi, ministro e padrone di casa aggiunto qui al Meeting. «Non c'è nessun baratto, nessun ricatto. Abbiamo richiesto chiaramente al Pd che si approcci alla questione senza pregiudizi e nel merito». Se il Pd adotterà questo atteggiamento «non potrà che votare no alla decadenza». L'altro ministro ciellino del governo Letta, Mario Mauro ha invece in mente una strada diversa per risolvere il rebus Berlusconi. «Il nodo dell'agibilità politica va risolto politicamente e non per via giudiziaria» dice in una intervista ad Avvenire.

«Serve un provvedimento generale, non individuale, ovvero amnistia e indulto come ai tempi della guerra perché la nostra è un'emergenza sul piano economico anche più complicata. Chiudere quasi vent'anni di contrapposizione che ci hanno portato a questa situazione è interesse di tutti».

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