Forza Italia non è una nostalgia, ma una giovinezza che a vent'anni ha il coraggio ancora di rinascere. E questo coraggio è stato di Silvio Berlusconi. Altro che deriva estremistica e fondamentalista. C'è semplicemente la purezza e la fragranza della sorgente. Per questo ieri sono stato accanto a lui. Perché ero me stesso, molto banalmente. Io non sono bravo a separare, come insegnerebbe un Machiavelli riletto da dilettanti, il cuore dalla mente. Per me coincidono. L'affetto non è qualcosa di irrazionale. Dopo di che si comincerebbe a ragionare. Intelletto e sentimento si congiungono dove si intravvede una speranza per sé e per ciò che ci è caro. Non sono una bestia rara. Siamo in tanti, come minimo dieci milioni ad avere questi criteri di scelta. E con il gesto di ieri sono poste le premesse perché si diventi assai di più. La gioia di ritrovarsi è temperata, come nelle cose più vere della vita, dal dolore di tutte le nascite. Qualcuno si è perduto, ha scelto un'altra strada. Rifiuta la mano tesa del Pater Familias della nostra storia. Non solo gli nega fiducia, ma se ne va non accettando la semplicità della democrazia. Una democrazia magnanima, dove non solo si discute di ogni scelta e si vota, ma è garantita la piena rappresentanza e dignità di qualsiasi area culturale.
Invece... Peccato! Ma il peccato l'hanno fatto loro! Contro se stessi, perché negano cuore e intelligenza. Mi domando se non ci siano stati errori anche da parte di chi è rimasto, e non mi tiro fuori. Non siamo stati abbastanza somiglianti a Berlusconi, alla sua pazienza che non sa portare rancore. Oggi ci è chiesto di non approfondire il solco che ci separa da questi amici che si allontanano. Il documento proposto al gruppo capeggiato da Angelino Alfano conteneva due punti di straordinaria generosità verso le loro tesi. Affermata l'assoluta irricevibilità della decadenza, inaccettabile moralmente e giuridicamente, lasciando spazio ad un lavoro per rinviare il voto, non proponeva alcun automatismo. Diceva: decideremo insieme. Lasciando spazio nel frattempo al lavoro del buon senso presso i nostri presunti alleati. Confidando nell'azione di Napolitano. In un soprassalto di coscienza. Lasciando intravvedere cioè le conseguenze gravissime di rottura che un atto politico come il voto di decadenza avrebbe provocato. Niente, non è bastato. Io sono, come tanti di voi che mi state leggendo, con tutto me stesso accanto al presidente Berlusconi. Quando l'emozione lo ha piegato per un istante sul palco, mettere la mia mano sulla sua è stato un gesto che ho sentito di dover fare per le milioni di persone che si identificano con lui e la sua passione per la libertà e per l'Italia. Non c'è nulla di patetico in quanto sto dicendo. La politica autentica è questa. Una speranza ragionevole. Ed essa è autentica quando non è consegnata a tavole scritte e dimenticate nei cassetti, ma si identifica con chi la incarna e la sa far essere prospettiva di cambiamento per il proprio Paese. Così quando Silvio Berlusconi ha riassunto il nostro credo - la libertà della persona, che viene prima dello Stato ed è fatta per la felicità - è diventato ancora più chiaro che Forza Italia è l'anima e il corpo di un futuro di vita buona e prospera per l'intero nostro popolo, anche per gli avversari politici. Piena di limiti e di difetti, senza dubbio, la nostra Forza Italia, ma gli altri ne hanno di più. Perché la nostra ricetta di una ripresa positiva di famiglie, di imprese, della società intera non sta scritta in pergamene da srotolare o in grafici da scannerizzare, ma nella faccia e nella storia di un uomo che vive dei valori e degli ideali per cui è disposto a dare la sua stessa vita e la libertà personale. Letteralmente. Questo mi sento di dire oggi.
Le proposte precise, con tutte le virgole a posto, scientificamente assai più fondate e pregnanti di quelle vantate da sinistra e affini, le ho scritte e le scriverò in altri articoli. Ma ieri abbiamo festeggiato una nascita. E la creatura è 'na bellezza...*Presidente dei deputati di Forza Italia
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