Interni

In Abruzzo la sinistra prova la maxi-ammucchiata: tutti insieme contro il centrodestra

Pd, M5S, Azione, Italia Viva, +Europa, Verdi e Sinistra italiana al tavolo in vista delle elezioni regionali in Abruzzo. Trionfa l'ipocrisia, ma la mossa spacca gli elettori e fa già sorgere i primi dubbi

In Abruzzo la sinistra prova la maxi-ammucchiata: tutti insieme contro il centrodestra

Ascolta ora: "In Abruzzo la sinistra prova la maxi-ammucchiata: tutti insieme contro il centrodestra"

In Abruzzo la sinistra prova la maxi-ammucchiata: tutti insieme contro il centrodestra

00:00 / 00:00
100 %

In Abruzzo la sinistra è al lavoro per un'esperienza inedita, che provoca nei partiti rossi un sentimento di gioia e grande fiducia ma che spacca gli elettori e fa già sorgere i primi grossi dubbi. Per le elezioni regionali del prossimo anno si sta lavorando per dare vita alla maxi-ammucchiata: tutti dentro, tutti insieme, tutti sotto lo stesso cappello per tentare di battere il centrodestra. I primi passi del minestrone rosso vanno in questa direzione: trionfa l'ipocrisia ma sullo sfondo non mancano irritazioni e forti perplessità.

Stando a quanto appreso e riferito dal quotidiano Il Centro, è stata raggiunta un'intesa per quanto riguarda la sintesi sul programma. Certo, non siamo ancora di fronte a un accordo totale e definitivo (nelle prossime settimane si cercherà di individuare un candidato unitario). Ma la domanda è naturale: che convergenze hanno trovato sulle ricette politiche? C'è una visione comune su termovalorizzatori, sanità privata e infrastrutture? Sono solamente tre esempi di questioni che dividono i partiti del campo larghissimo e che potrebbero segnare a stretto giro una rottura in caso di vittoria (tutt'altro che scontata).

Pescara è stato il luogo in cui è stato sancito il sì alla maxi-ammucchiata: i presenti si sono detti d'accordo sull'idea di compattarsi contro Marco Marsilio che, salvo ripensamenti, dopo aver trionfato alle urne nel 2019 sarà nuovamente il candidato del centrodestra. All'accozzaglia potrebbero prendere parte Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Azione, Italia Viva, Europa Verde, Sinistra italiana, +Europa, Giovani democratici, Polis, Psi, Articolo Uno, Centro democratico e Demos. Il tutto arricchito dalle liste civiche. Il nome del progetto? Abruzzo Insieme. Forse perche "uniamoci tutti insieme contro il centrodestra dimenticando i litigi del passando e facendo finta di non vedere tutte le divergenze" era troppo lungo.

Il risultato emerso dal tavolo programmatico ha lasciato soddisfatto Silvio Paolucci, che ha mostrato ottimismo per quella che potrebbe essere un'alleanza "larga e inedita". Sarebbe il caso di dire larghissima, in realtà. Il capogruppo del Pd in Regione si è messo a disposizione, spiegando che ora bisognerà individuare la guida della coalizione che avrà il compito di definire gli ulteriori nodi politici e programmatici. "Ho potuto misurare con soddisfazione che ci sono motivazioni, progetti, uomini e donne per poter costruire una proposta unitaria tra forze politiche e civiche per l'Abruzzo", ha affermato.

Il tentativo di unire tutti i partiti trova grande entusiasmo nei partiti ma evidente delusione tra gli elettori. E non solo. A manifestare il proprio sconcerto è stato Domenico Pettinari, consigliere regionale M5S che nel 2019 era a un passo dal correre come candidato governatore. Non uno qualsiasi dunque, ma un esponente di punta della galassia grillina abruzzese. "Ringrazio nostro Signore che mi ha tenuto lontano da questo tavolo. Un tavolo dove non mi sarei mai potuto sedere. Un tavolo dove ci sono persone che ho sempre combattuto politicamente", ha scritto sul proprio profilo Facebook.

Pettinari ha respinto la tesi secondo cui sarebbe indispensabile scendere a compromessi, prendendo così le distanze dal passo compiuto dal Movimento 5 Stelle verso il minestrone rosso: "Non potrò mai sostenere queste persone. Significherebbe rinnegare me stesso, la mia gente, le mie lotte, il mio credo, il mio passato e il mio presente. Le mie battaglie contro questa gente non sono state uno scherzo. Erano semplicemente vere".

Per prendere coscienza della delusione degli elettori basta scorrere tra i commenti e leggere le reazioni. C'è chi la definisce una coalizione "aberrante"; in molti giurano di non dare il proprio voto a un'accozzaglia del genere e di rifiutare le alchimie politiche di questo tipo; in diversi sostengono la linea del "meglio soli che male accompagnati". Un utente lo definisce "puro masochismo" e accusa il M5S perché a suo giudizio "sta facendo di tutto per sparire completamente dalla scena politica".

Ottimo risultato: ci si affretta a stringersi tutti attorno a un tavolo ed ecco il risultato prodotto. Ovviamente il disappunto serpeggia anche negli elettori del Pd e del fu Terzo Polo. "Perché mai dovremmo votare un'alleanza fatta da partiti che fino a ieri litigavano e la pensavano diversamente su quasi tutto?", è la domanda che ricorre in maniera frequente. A ciò si aggiunge un timore ben scolpito: è davvero sicura la buona riuscita di un'operazione del genere? Assolutamente no. La politica non ammette calcoli aritmetici senza fare i conti con la volontà degli elettori: sommare le sigle dei partiti potrebbe non bastare.

Anzi, l'effetto potrebbe essere l'esatto opposto: allontanare la base portandola a non sostenere la causa politica alle urne. In Abruzzo la sinistra si prepara al maxi-schianto?

Commenti