"Ad Hammamet la sinistra ha perso un'opportunità"

Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia, è rammaricata che nessun esponente del centrosinistra abbia presenziato alla commemorazione per suo padre, a eccezione di Ettore Rosato. "La verità è che hanno smarrito l’anima e l’identità"

"Ad Hammamet la sinistra ha perso un'opportunità"

«Un’altra occasione è stata persa per fare i conti con Bettino Craxi che per questa sinistra significa fare i conti con se stessa e con la storia di “Mani Pulite” che rimane il suo atto fondativo». Ne è convinta la figlia Stefania, senatrice di Forza Italia, molto rammaricata per il fatto che, ad eccezione del renziano Ettore Rosato, nessun altro esponente del centrosinistra abbia presenziato alla commemorazione per suo padre.

Come si spiega questa assenza del Pd?
«La verità è che hanno smarrito l’anima e l’identità, fin da quando Craxi li invitò a diventare riformisti e, invece, hanno scelto la via giudiziaria al potere. Hanno alzato il vento dell’antipolitica e ne sono rimasti imprigionati».

Il Pd, però, ha un’identità che si richiama a Berlinguer e Moro...
«È un compromesso storico in formato bonsai, anche se ora la cultura popolare è di fatto sparita. Basti guardare i candidati delle primarie. Sono i figli di una cultura che ha combattuto Craxi per tutta la vita, avevano un progetto politico che mio padre riteneva conservatore e a cui ha contrapposto una modernizzazione del Paese e un riformismo adeguato ai tempi. In pratica, ha lanciato loro un guanto di sfida e non gli hanno mai perdonato di avere vinto la battaglia della storia».

Ma, allora, perché a sinistra vanno ancora a rimorchio del M5S?
«Non possono fare altrimenti. Sono subalterni culturalmente e ora anche politicamente, si stanno impiccando al moralismo e al giustizialismo che hanno sbandierato. Ad ogni modo, il problema è loro, non mio. Non hanno la forza di affrontare il tema Craxi e, quando lo fanno, si arrampicano sugli specchi. Non potendo più non riconoscere i suoi meriti, dicono che Craxi è stato uno statista, però ci sono le sentenze. Ma non esiste un Craxi buono e uno cattivo».

Si spieghi meglio...
«Non si può scindere il giudizio. Se mio padre è uno statista, e per questa ragione gli hanno finanche offerto i funerali di Stato, non puoi sostenere la tesi di Mani pulite, non puoi non fare i conti con la barbarie di quella stagione, non puoi difendere sentenze per cui l’Italia è stata condannata dalla Corte di Strasburgo. Craxi è stato condannato perché “non poteva non sapere”, si è usata come prova impropria il suo discorso verità alla Camera».

Il centrosinistra, però, sembrava aver assunto posizioni più garantiste...
«Un garantismo alla bisogna, a corrente alternata! Guardiamo al Qatargate. Se è vero quello che rivela l’avvocato di Eva Kaili, gli imputati vengono sottoposti ad una specie di “tortura”. E i nostri sinistri cosa dicono? Nulla. E sa perché? Perché hanno la coda di paglia e perché la loro base non lo capirebbe».

Cosa pensa degli attacchi che al ministro Nordio?
«Sono vergognosi. Nordio è un grande magistrato e un pezzo importante della sinistra sta portando avanti un vero e proprio linciaggio, come fecero all’epoca con il ministro Mancuso, un grande garantista che costrinsero alle dimissioni. Ecco, spero che nel centrodestra non gli facciano mancare il giusto sostegno. Sulla giustizia il governo si gioca molto, se non tutto».

Non c’è speranza per la sinistra?
«Si sono impiccati al loro stesso giustizialismo e moralismo, lo stesso di Berlinguer, che prendeva soldi da una potenza militare nemica dell’Occidente...».



Secondo lei, non cambierà nulla sia che vinca Bonaccini sia che vinca la Schlein?
«Il Pd non uscirà dal tunnel, a prescindere da chi raccolga il testimone. Si stanno consegnando ai pentastellati, l’adagio guida è “pas d’ennemis à gauche”. Servirebbe una nuova prospettiva culturale, invece che un nuovismo senza novità».

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