Roma - "Non possiamo nascondere che le modalità" dell’operazione a guida Usa condotta nella provincia di Herat "costituiscono motivo di preoccupazione per l’Italia e per gli altri Paesi impegnati in Afghanistan". Lo ha detto il vice premier e ministro degli Esteri Massimo D Alema durante l’audizione sull’Afghanistan alle commissioni Esteri e Difesa del Senato, spiegando che "le operazioni militari che colpiscono la popolazione civile rischiano di alienare il consenso della popolazione stessa". "Questa operazione è estranea alla missione Isaf, che come noto ha altre finalità", ha sottolineato il responsabile della Farnesina. "In Afghanistan si intrecciano due diverse missioni militari, una Isaf con compiti di sicurezza e stabilizzazione del paese, e una denominata 'Enduring freedom' che invece ha compiti diversi di ricerca e eliminazione di terroristi". È stato proprio nell’ambito di Enduring Freedom che le forze Usa hanno agito.
Intimidazione contro l'Italia L’attentato di ieri alle forze italiane in Afghanistan aveva scopo intimidatorio. Lo ha riferito il ministro degli Esteri. "Il quadro complesivo della sicurezza in Afghanistan continua a esercitare una forte preoccupazione", ha detto. Fortunatamente, i danni dell’attacco agli italiani "sono stati contenuti". "La valutazione è che l’attentato avesse più che altro uno scopo intimidatorio", ha assicurato D’Alema che ha criticato le modalità con cui è stata condotta nei giorni scorsi l’offensiva delle forze straniere in Afghanistan, nella quale sarebebro morti diversi civili.
Invariate le regole d'ingaggio I mezzi di rinforzo inviati dall’Italia in Afghanistan per la sicurezza dei soldati arrivano "in un quadro in cui restano invariate le condizioni di impiego del contingente italiano e i limiti del suo dispiegamento geografico". Lo ha sottolineato D’Alema, osservando che la temuta offensiva di primavera dei Talebani si sia dimostrata "più limitata del previsto". Il vicepremier ha reso noto che i rinforzi inviati dall’Italia consistono in due aerei senza pilota, un aereo C-130 da trasporto e nelle prossime settimane "ulteriori mezzi per garantire la sicurezza delle Forze armate".
Prodi e D'Alema: "Lavoriamo per liberare Hanefi" "Non dimentico certo l’Afghanistan e Rahmatullah Hanefi, il tuo collaboratore che si trova ancora in carcere. Ti posso assicurare che continuiamo a fare il possibile e l’impossibile perchè sia scarcerato". È quanto scrive il presidente del Consiglio, Romano Prodi in una lettera a Gino Strada in occasione dell’apertura del nuovo ospedale di Emergency a Kartum. Sul caso Hanefi interviene anche D'Alema. "L'Italia ha margini d'azione limitati. Hanefi non è accusato di aver condotto delle trattative, perché se cil ministro degli Esteri. Ma le accuse non sono ancora state formalizzate. "Ce ne assumeremmo il compito", ha assicurato il ministro degli Esteri italiano, che ha ricordato che i tempi del fermo di polizia in Afghanistan sono molto (e troppo) lunghi. "Siamo in attesa di conoscere le motivazioni, ci è stato assicurato che in tempo molto rapido ci sarà la formalizzazione delle accuse".
Contemporaneamente, ha aggiunto D'Alema, "non possiamo trascurare la circostanza che la vicenda
riguarda un cittadino afgano posto in stato di arresto dal governo del suo stesso Paese. Ciò limita i margini di intervento per il governo di un Paese straniero. Le nostre possibilità di intervento sono certamente limitate".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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