Alfano, Brunetta e Sacconi limano il programma. Tra le priorità cancellare la riforma Fornero

RomaLa corsa finale verso il voto è ormai iniziata. E nel Pdl si affilano le armi per tentare di completare quello che fino a qualche settimana sembrava un recupero impossibile. Per oggi pomeriggio è previsto l'arrivo di un nuovo sondaggio rispetto al quale dalle parti di Palazzo Grazioli circola una buona dose di euforia, con la parola «sorpasso» pronunciata neppure troppo a mezza bocca.
Rilevazioni a parte, nel partito a due settimane dal traguardo, si ragiona sulle nuove mosse da mettere in campo. «Finora è stato Berlusconi a dettare l'agenda di questa campagna elettorale e a far ballare gli altri al ritmo della sua musica» spiegano. «Ha rovesciato tutti gli stereotipi. Si diceva che gradiva solo i monologhi e invece si è messo in gioco andando a giocare sui terreni più accidentati. Si diceva che non avrebbe messo in campo proposte ma avrebbe puntato tutto sul suo carisma e invece a livello di programma è stato l'unico a far parlare di sé. Ora non è escluso che possa tirare fuori dal cappello altri temi di forte impatto. Novità di contenuto ci saranno».
Nel partito si ragiona su più fronti. Ad esempio su Equitalia su cui è possibile che venga sparata qualche nuova cartuccia. Ma anche sul tema del lavoro. Ieri Angelino Alfano, insieme a Renato Brunetta e Maurizio Sacconi, ha annunciato che «il Pdl punta ad azzerare per cinque anni la tassazione sui contratti di apprendistato e più in generale sulle prime assunzioni a tempo indeterminato dei giovani». Ma anche a «buttare a mare la riforma Fornero e tornare alla legge Biagi», soprattutto sul fronte dello stacco tra un contratto a termine e l'altro, un allungamento dei termini sta disperdendo ricchezza e facendo perdere quote di mercato alle aziende. Tutti temi su cui Berlusconi vuole soffermarsi personalmente e di cui dovrebbe parlare in settimana con il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Altro tema su cui potrebbe esserci un ritorno di fiamma è quello dei debiti accumulati dalle pubbliche amministrazioni. In cantiere ci sarebbe una proposta che rappresenti un seguito della proposta per la compensazione tra crediti dell'impresa verso lo Stato e debiti dello Stato verso l'impresa. Non bisogna dimenticare che l'Italia primeggia per giorni di ritardo nel pagamento, ben 180 giorni, a fronte di una media europea di 65 giorni (65 giorni è la media francese, 36 quella tedesca e solo 24 quella finlandese). Il Pdl, inoltre, sul fronte del rapporto con le imprese, come spiegava ieri Anna Maria Bernini in un incontro con Unindustria a Bologna, ha le idee chiare: no Irap, riduzione dell'Irpef e meno cuneo fiscale.
Gli esponenti del Pdl, poi, nei loro tour elettorali continuano a raccogliere sollecitazioni dalle imprese sul fronte della sburocratizzazione. Il programma di Via dell'Umiltà punta a spostare il controllo sugli adempimenti e a renderli «ex post» piuttosto che «ex ante». Lo scontro, comunque, si giocherà su argomenti di forte presa popolare che consentano a Berlusconi di continuare a tenere banco e recuperare il cosiddetto «elettorato di faglia», ovvero quegli elettori di centrodestra che ancora gravitano tra l'astensione e la tentazione di «tornare a casa». C'è una spina, però, con cui il Pdl deve fare i conti.

In questa operazione, infatti, l'avversario più insidioso non è il Professore bensì Beppe Grillo che continua ad agire come una calamita per gli indecisi, nella sua percezione di elemento anti-sistema. Così come non rappresenta certo una buona notizia per chi deve assicurarsi i riflettori lo choc mediatico rappresentato dalle dimissioni di Papa Benedetto XVI.

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