Alfano lancia l'election day E Berlusconi dà il via libera il retroscena

C he la testa sia alla prossima campagna elettorale lo conferma il tovagliolo autografato che il Cavaliere ha lasciato martedì sera in un ristorante di Montecatini. Certo, in quel diagramma che immagina la volata alle urne del prossimo anno non c'è la soluzione a quella che ormai da mesi è l'unica vera domanda che si fanno big e seconde file di via dell'Umiltà: Berlusconi farà davvero una sua lista da affiancare al Pdl oppure resterà nel partito? Certezze non ce ne sono, ma la prima ipotesi resta decisamente la più gettonata. Non a caso, ancora mercoledì durante la cena con Alfano il Cavaliere non esita a far presente che le primarie sono comunque una spesa, che di soldi non ce ne sono e che forse non vale la pena investire denaro in un brand che va comunque profondamente cambiato nel nome e nel simbolo.
Insomma, che possa succedere qualcosa prima che si chiudano le primarie del Pdl non lo esclude nessuno, anzi c'è chi arriva ad ipotizzare che potrebbero esserci sorprese già nell'ufficio di presidenza del partito in agenda per il 7 novembre, quando Berlusconi potrebbe manifestare in chiaro le sue perplessità e preparare la strada per il lancio di quella Forza Italia a cui pensa ormai con insistenza da mesi (in verità l'ex premier parla di tre-quattro liste che dovrebbero correre «federate» insieme al Pdl). Difficile però fare previsioni, anche perché sembra che sia lo stesso Cavaliere a non aver ancora preso una decisione. Ci sta pensando in questi giorni, tra una ventiquattrore a Montecatini per dedicarsi alla laser terapia al ginocchio e qualche giorno per rimettersi in forma in Kenya, nel resort di Briatore a Malindi dove è arrivato ieri mattina all'alba e dove rimarrà fino a lunedì.
Un Berlusconi che nonostante le difficoltà del partito e le beghe giudiziarie resta comunque di buon umore se martedì sera ha tirato fino a tarda sera nella hall dell'albergo di Montecatini dove alloggiava insieme ad un gruppo del Rotary che aveva appena concluso la sua abituale riunione. Chiacchiere e risate e, per chi ha retto l'orario, chiusa al piano con il solito Charles Trenet. E ieri visita al sindaco con tanto di reprimenda sul Milan del primo cittadino piddino Bellandi. «Abbiamo goduto troppo per anni, ora dobbiamo ricostruire», risponde il Cavaliere.
E mentre il partito inizia a mettere la testa sulle primarie - con Alfano che le vede come un «rinascimento azzurro», Cicchitto come «un punto di partenza per un partito non più verticistico» e la Santanché che le considera invece «una truffa» – il segretario inizia a portare a casa qualche risultato. Come la smentita di Bonaiuti che bolla come «inventato di sana pianta» lo scontro Berlusconi-Alfano. La presa di distanze è netta molto più di altre volte e, magari complice il fusorario del Kenya, arriva pure di buon ora.
L'ex Guardasigilli, intanto, dà il suo via libera all'election day: «Anticipare le Politiche di 50 giorni e risparmiare 100 milioni votando insieme alle Regionali è una buona cosa». La pensa così anche Casini, mentre è contrario Bersani come pure sembra sia piuttosto scettico il Quirinale perché anticipare le urne renderebbe quasi impossibile modificare la legge elettorale. Un'uscita, quella del segretario del Pdl, su cui sarebbe d'accordo anche Berlusconi. Per far risparmiare la macchina statale ma anche il partito che affronterebbe una sola campagna elettorale.


di Adalberto Signore

Roma


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