Alfano spalanca le primarie a tutti i moderati

Il segretario sponsor di una competizione aperta a tutta la coalizione di centrodestra. In ascesa le quotazioni di Crosetto

Alfano spalanca le primarie a tutti i moderati

Roma Le telefonate con i referenti sul territorio, i grandi elettori in movimento, le discussioni sugli scenari possibili, il totonomi sulle new entry e sui colpi di scena dell'ultima ora. È febbre da primarie dentro il Pdl. Una novità che rimette in circolo energie, sottrae i parlamentari alla sindrome del disfattismo ma accende anche preoccupazioni per i rischi organizzativi connessi a una consultazione di questo tipo, oltretutto da mettere in scena in tempi brevissimi.
Una prima indicazione importante è arrivata ieri da Angelino Alfano con il via libera alle primarie di coalizione. Se ci sono uomini coraggiosi e disposti a mettersi in gioco, le porte sono aperte, il suo messaggio. «Chiunque si proponga per aggregare i moderati e battere la sinistra delle tasse e del giustizialismo è il benvenuto» dice il segretario che conferma la data del 16 dicembre. La vera partita, però, è quella delle regole. Un aspetto delicato che darà la misura della credibilità delle primarie e della volontà dello stato maggiore di via dell'Umiltà di sottrarsi ad accuse e recriminazioni e cogliere al meglio le possibilità offerte da questo strumento di selezione. «Io penso a primarie che siano le più aperte possibili. Vedremo le disponibilità durante questi giorni che ci separano dalla chiusura dei termini per la presentazione delle candidature alle primarie. Di certo la nostra rotta prosegue Alfano - prevede un allargamento il più possibile ampio a tutti i cittadini che hanno voglia di contribuire con il loro voto e la loro scelta a rafforzare un'area che in Italia è sempre stata maggioritaria, e ha avuto un perno nel Popolo della Libertà».

Il segretario del Pdl ha convocato per mercoledì 31 ottobre, alle 14, i coordinatori regionali nella sede del partito per una riunione che avrà all'ordine del giorno l'organizzazione delle primarie. Martedì, invece, si terrà il tavolo sulle regole.
Il timore, mal dissimulato da molti, è che si scelga una strategia di «conservazione» e che vinca la linea di chi vorrebbe consentire la partecipazione ai soli iscritti. Oppure che si imponga un filtro invalicabile per la presentazione delle candidature, in termini di numero di firme. Entro la prossima settimana se ne saprà qualcosa di più. «Siano di coalizione, le primarie. E un'occasione di confronto e incontro tra le anime diverse del mondo moderato e di centrodestra» propone Mariastella Gelmini. «Di coalizione e dunque aperte - prosegue - e capaci insieme di parlare anche ai molti che si sono allontanati dalla politica, e di vanificare le preoccupazioni di confronti al ribasso e personalismi». Quindi «regole semplici e chiare che ne garantiscano la più ampia partecipazione e il successo. Soprattutto rappresentino per noi la grande occasione per recuperare il terreno perduto e vincere la sfida elettorale».

Nel frattempo arrivano nuove iscrizioni e nuove manifestazioni di interesse. Gianni Alemanno, ad esempio, cammina sul filo della prudenza ma non esclude un impegno in prima persona. «Parteciperò alle primarie nazionali come contributo di idee, come presenza politica, come azione per avere un partito che si muova realmente attorno a un progetto efficace. Il mio progetto principale rimane quello a sindaco di Roma, ma non posso ignorare lo scenario nazionale» spiega. «Ho già ricevuto segnali incoraggiati. Il primo sondaggio, quello di Panorama, mi dava addirittura in testa». Così come, nelle consultazioni on line continua a raccogliere consensi la candidatura di Giorgia Meloni. Pronta alla sfida anche Alessandra Mussolini. «Mi candido alle primarie perché più siamo e meglio è per tutti». Salgono, poi, le quotazioni per una candidatura di Guido Crosetto che, confortato dai sondaggi, medita sull'ufficializzazione della discesa in campo, forte del suo profilo di liberale doc tutt'altro che entusiasta del governo Monti.

Sullo sfondo c'è anche la suggestione messa in campo da Carlo Rossella in una intervista al Fatto Quotidiano: quella rappresentata da Barbara Berlusconi. «Dopo la dichiarata rinuncia di Marina, non sarebbe una cattiva idea. Dentro il partito non vedo nessuno con la statura del capissimo. È ora che si capisca chi ha gli attributi».

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