A metà pomeriggio batte sul viale del parco fiorentino delle Cascine. Gli automobilisti si fermano per chiedere: «Quanto?». Ma lei risponde distratta, quasi infastidita. Ha altro per la testa. Con un paio di prostituite sta parlando di Cristina, la lucciola che è stata trovata morta. «È successo pure a me», racconta. Dice di chiamarsi Martina. Dice anche di essere romena, come Cristina. Martina venne abbordata una notte di due anni fa. Quell'uomo lo ricorda ancora...
«Era italiano, alto, fra i 50 e i 60 anni, grasso, con pochi capelli. No, non ricordo tatuaggi o segni particolari. Però era notte, non c'era luce». Lui arrivò su un'auto piccola, chiara. La fece salire. «Non mi chiese prestazioni particolari - racconta - Mi disse che mi avrebbe portato a Firenze. Invece, a un certo punto svoltò, e si diresse verso Prato». Non la portò dove è stata trovata Cristina. «No, però era un campo - ricorda - una zona di campagna». Una volta arrivati, il cliente si trasformò: «Fino a quel momento era stato tranquillo. Appena sceso di macchina diventò una bestia. Io scappai, ma lui mi rincorse e mi raggiunse. A quel punto gli dissi: Faccio quello che vuoi tu. E lui: Voglio vederti nuda». Martina si spogliò. «Nel portabagagli aveva un legno, dei cavi elettrici, il nastro adesivo - continua - Mi legò a un palo, con le braccia incrociate davanti al viso, in piedi. Poi si avvicinò da dietro, prese quel legno e...». Non finì lì. «A un certo punto - continua - prese come delle tenaglie. Me le avvicinò al petto. Ero terrorizzata. Ebbi uno scatto, gli tirai un calcio proprio lì. Per fortuna si fermò.
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