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Amato, proposta choc: "L'Ue riconosca diritto d'asilo a chi fugge per fame"

L'ex premier Giuliano Amato chiede di estendere lo status di rifugiati anche ai migranti economici che scappano per la fame e le carestie. In pratica, un "liberi tutti" legalizzato

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"Oggi si accoglie chi è perseguitato da un regime e si respinge chi è perseguitato dalla fame: questo è inammissibile sul piano dei diritti umani". A dirlo è l'ex premier Giuliano Amato in un'intervista rilasciata a Repubblica in cui, in buona sostanza, chiede "il riconoscimento dello status di rifugiato economico".

Secondo Amato "non è ammissibile sul piano dei diritti umani che si accolgano i perseguitati dei regimi e si respinga chi scappa da carestia e fame". Una riflessione lodevole dal punto di vista umanitario, ma che significherebbe spalancare le porte dell'Europa a tutto il continente africano. "Che cosa tornano a fare in quei paesi se non c'è niente da mangiare?", si chiede il politico di matrice socialista che nel 2022 è stato anche presidente della Corte Costituzionale e che contesta le ultime misure approvate dal governo Meloni perché non risolvono il problema e sono "poco rispettose dei diritti" dei migranti.

La preoccupazione di Amato è quella che i migranti destinati al rimpatrio finiscano col "ciondolare intorno alla Stazione Centrale a Milano, o a Termini a Roma" e, poi, nelle mani della criminalità organizzata. Allargare il diritto d'asilo anche ai rifugiati economici, però, comporterebbe inevitabilmente un aggravamento della gestione dell'accoglienza di chi arriva nel nostro Paese e renderebbe molto più complessa l'integrazione. Eppure, insiste l'ex premier, l'Europa dovrebbe "uscire dall'equivoco in cui ha finito per cacciarsi negli anni della grande crisi economica, quando fu lasciata aperta solo la strada per i rifugiati politici" assumendosi la responsabilità di fissare i presupposti per iconosce lo status di rifugiato economico.

Amato osserva che Paesi come la Germania "indipendentemente dal titolo di rifugiati" ha avviato corsi di formazione per migranti che poi sono stati aiutati a entrare nel mondo del lavoro tedesco, mentre l'Italia ha ridotto le attività nei confronti dei richiedenti asilo, lasciandoli così "allo sbando" e "rendendo difficili le relazioni con la popolazione". Fare un confronto tra la Germania, che negli ultimi 20 anni è stata definita la "locomotiva dell'Europa" e l'Italia che, al contrario, è stata sempre rappresentata come il "fanalino di coda" dell'Unione Europea è, però, quantomeno improprio.

Il centrosinistra italiano, dunque, continua a proporre ricette volte a un'immigrazione incontrollata senza prendere in considerazione le implicazioni pratiche di determinate scelte ideologiche che possono minare la coesione sociale di uno Stato, come l'Italia, che già subisce gli effetti deleteri del trattato di Dublino.

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