Quanti Papi ci sono in Papa Francesco

Gli occhialini come Luciani, il basso profilo di Ratzinger, ma soprattutto la capacità comunicativa di Wojtyla

Quanti Papi ci sono in Papa Francesco

Forse sono stati quegli occhi stupiti e commossi davanti alla folla sbigottita. Prima di affacciarsi al balcone nelle vesti di Papa Francesco, in pochi, pochissimi lo conoscevano. La folla non sapeva bene cosa aspettarsi. Sono stati attimi di diffidenza e di grande emozione, poi quel «Buonasera» ha sciolto pizza San Pietro in un applauso. Bergoglio si era appena conquistato il cuore della folla. Il suo accento argentino, arrotondato e famigliare aveva qualcosa di diretto, di commuovente. Poi quella frase dal gusto quasi malinconico: «Sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo». È a quel punto che il paragone con quell'altro Papa, un po' spaesato che certo non si aspettava di essere eletto è stato evidente.

Anche lui, nel suo discorso disse di venire da lontano. Bergoglio come Wojtyla, due padri che abbracciano la folla. Spaesati loro per primi che chiedono aiuto alla gente, che dalla piazza scruta, osserva, carichi di speranze e di aspettative. Karol e Jorge, due uomini che conoscono le difficoltà dei loro paesi d'origine.

La Polonia di allora in pieno comunismo, la difficoltà di essere un uomo di fede, spina nel fianco dei generali. Anche Bergoglio conosce bene le sofferenze della sua gente, l'America Latina e l'indigenza delle favelas, degli ultimi che vivono ai margini di metropoli, bambini abbandonati, i cartoneros della sua Buenos Aires che vanno in giro la notte a raccattare cartoni da vendere. Una miseria più sfacciata e crudele, che forse qui in Occidente non esiste più. Come Wojtyla, che al Conclave si era presentato con le scarpe lise, così Bergolgio è rimasto un uomo che poco si cura delle formalità. Sceglie la metropolitana per spostarsi e appena eletto Papa insiste per andare all'hotel dove era ospite a Roma per pagare il conto.

È rimasto così il Papa argentino, da quando viveva nel barrio Flores con i suoi genitori di origine piemontese. Lui che ha rinunciato anche al vestito su misura che gli spettava da vescovo. Si informò del costo: circa cinquemila euro. Un'esagerazione, tanto che insistette per farselo fare da sua sorella, una sartina sicuramente più economica.

Piccoli aneddoti, squarci su personalità così grandiose, accomunate da grandi passioni. Giovanni Paolo II e il teatro, Bergoglio e l'amore per il calcio, del San Lorenzo, la sua squadra del cuore. Due uomini che sanno cosa è la vita fuori dal seminario, il lavoro, i primi amori. Wojtyla con Wanda, la sua compagna di teatro, Francesco con Amalia, la sua compagna di scuola di quando avevano 12 anni.

Ma in questo Papa non ci sono tracce solo del Papa polacco. Il suo carattere, la sua timidezza, ricorda in qualche modo Ratzinger, il Papa teologo che si è riscoperto un rivoluzionario. Oggi, sono in molti che si attendono grandi riforme nella Chiesa da parte dell'Argentino. Occhi attenti, che scrutano da dietro a quel paio di occhialetti tondi che tanto ricordano lo sguardo di Albino Luciani, il Papa che voleva moralizzare la Chiesa e le finanze vaticane.

Bergoglio oggi ha un compito arduo davanti a sè. Il mondo lo guarda pieno di speranza, la Santa Sede ha subito durissimi attacchi.

Gli scandali, Vatileaks, rischiavano di segnarla per sempre. Bergoglio, con quella sua stazza che ricorda quella di Giovanni XXIII, dovrà avere le spalle forti per portare un peso da cui dipenderà il futuro della Chiesa.

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