Anche un trentenne può aspirare a un trattamento non penalizzante

Come terzo esempio consideriamo un impiegato di un'azienda del settore energia e petrolio nato nel dicembre 1978. Ha iniziato a lavorare, come neoassunto, nel dicembre 1998 e la sua retribuzione iniziale ammontava a 18mila euro mentre oggi, a 34 anni, il suo stipendio lordo si colloca a 26.300 euro. Il tasso di crescita della propria retribuzione è piuttosto dinamico, in quanto l'impiegato è riuscito a incrementare il reddito del 3% in più dell'inflazione ogni anno. Ipotizzando lo stesso ritmo di crescita anche per i prossimi anni e tenuto conto dei nuovi criteri di calcolo della pensione Inps, questo impiegato dovrebbe andare in pensione nel febbraio 2044. In quella data avrà 65 anni e 2 mesi e potrà contare su un'anzianità contributiva di 45 anni e 6 mesi. Grazie a questo ruolino di marcia, l'Inps dovrebbe riconoscergli il 49,5% dell'ultima retribuzione, ovvero un assegno annuo di 32.600 euro a fronte di 65.700 euro del suo ultimo stipendio.
Il lavoratore, benché neoassunto e molto giovane, ha deciso di aderire da subito al fondo negoziale. Infatti ha versato, dal 1998 a oggi, il 2% della sua retribuzione annua e ha conferito il Tfr maturato ogni anno (pari al 6,91% della retribuzione). Inoltre l'azienda presso la quale lavora gli ha versato il 2,1% della sua retribuzione annuale. A fine luglio 2012 dovrebbe aver accantonato quote del fondo pensione di categoria (Fondenergia) per 38.800 euro: un capitale che dovrebbe permettergli di coprire, quando andrà in pensione, il 7,5% circa della sua ultima retribuzione.


In questo modo, continuando a versare nei prossimi 31 anni l'1,2% del proprio stipendio nel fondo negoziale, il Tfr maturato ogni anno e incamerando il 2,1% annuo come contributo da parte del datore di lavoro, il lavoratore del settore energia e petrolio dovrebbe riuscire a garantirsi un'ulteriore pensione complessiva del 16% portando la copertura previdenziale (assegno Inps + trattamento integrativo) al 73% circa della sua retribuzione finale prima di cessare l'attività. Il comportamento da «formica» gli consentirà di ottenere un trattamento pensionistico sicuramente meno svantaggioso di altri lavoratori della sua generazione.

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