Aspetta il Cavaliere. Di vedere cosa succederà oggi, con la Cassazione che deve decidere se confermare o meno la pena accessoria di due anni di interdizione dai pubblici uffici inflittagli dopo il passaggio in giudicato della sentenza Mediaset. E di sapere cosa decideranno i giudici di Milano il 10 aprile, quando finalmente si saprà se otterrà l'affido ai servizi sociali (come spera) oppure gli verranno imposti i più stringenti arresti domiciliari (come teme). Due passaggi decisivi, il secondo in particolare. Perché Silvio Berlusconi è convinto che alla fine la limitazione sarà il più stringente possibile, tanto da impedirgli di vedere persone e persino parlare al telefono. E - come è ovvio che sia - è soprattutto su questo che è concentrato in questi giorni il leader di Forza Italia. Con il partito che inizia a soffrire un certo disagio, alle prese com'è con le tensioni interne.
Uno scenario complesso, insomma. Nel quale il Cavaliere si ritaglia comunque il tempo per ricevere ad Arcore il presidente del Comitato economico e sociale dell'Ue Henry Malosse accompagnato dal vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani. «Guardiamo con attenzione al pacchetto di misure messe in campo dal governo italiano e vigileremo perché si trasformino in provvedimenti concreti», spiega Berlusconi al termine dell'incontro confermando la sua linea di apertura a Matteo Renzi.
Ma l'attenzione è tutta sulla possibilità di candidarsi o no alle elezioni europee di fine maggio. Berlusconi, infatti, continua a rivendicarlo come suo diritto. «Non possono pensare che mi stia zitto mentre provano ad estromettere dalla vita politica il leader di milioni di italiani», ripete in privato. E poco importa se da Bruxelles arriva la doccia fredda del commissario Ue Viviane Reding secondo cui la normativa in proposito «è molto chiara». A rispondere ci pensa mezzo partito, da Renato Brunetta a Daniele Capezzone passando per Michaela Biancofiore.
Monta, intanto, una certa agitazione dentro Forza Italia. Tra domenica e ieri, infatti, era atteso un comunicato che escludesse la possibilità di candidarsi alle europee per i parlamentari nazionali. La nota non è mai arrivata, anche se sembra che ormai Berlusconi abbia deciso in questo senso. Scontentando quindi un Raffaele Fitto che in questi giorni ha scelto la linea del silenzio ma che è molto attivo sul territorio con incontri elettorali uno dopo l'altro (tre giorni fa Potenza, ieri Pescara). L'eventuale veto, infatti, colpirebbe soprattutto l'ex ministro (anche se pure i deputati Paolo Russo e Salvatore Cicu stanno valutando la strada europea). Con il suo pacchetto di preferenze, infatti, Fitto potrebbe creare scompiglio nei delicatissimi equilibri interni a Forza Italia. Un nodo, questo, che l'ex premier dovrà sciogliere nei prossimi giorni e che potrebbe portarsi dietro qualche complicazione visto che l'ex governatore della Puglia non pare intenzionato a restarsene a guardare.
Ma sul fronte delle candidature, un capitolo che scotta è quello della Campania. L'ex parlamentare Nicola Cosentino vorrebbe infatti candidarsi a Bruxelles e se il Cavaliere dovesse dirgli no come accaduto per il Parlamento nazionale pare che sia pronto a uno strappo netto.
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